I numeri “fantasiosi” sulle ipotesi di alleanza

Io, per Sfera pubblica
Il sondaggio commissionato da Ballarò ad Ipsos è indicatore del momento propizio per il centrosinistra (41%) rispetto al centrodestra (38,7%), anche in virtù di quanti (il 61%) vorrebbero Berlusconi dimissionario. Il Terzo Polo, invece, raccoglierebbe il 17,8 per cento dei consensi. Non solo. Una coalizione di centrosinistra con Bersani candidato premier otterrebbe il 36 per cento dei voti, mentre a Berlusconi rimarrebbe il 32 (a Casini il 19). Ma un qualsiasi leader (poniamo il caso, Vendola o Casini ), nell’ambito di una sfida frontale, avrebbe la meglio sul Cav. Singolarmente, infine, il Pdl mantiene il suo primato nei confronti del Pd, ma sommate le percentuali dei partiti si confermerebbe il vantaggio, benché non eccessivo, del centrosinistra.
Dati alla mano viene da chiedersi per quali ragioni ancora oggi risulti fondamentale una Santa Alleanza capace – a detta dei promotori, dalemiani su tutti – di sconfiggere (finalmente) Berlusconi. Secondo l'Ipsos la Grande Alleanza prenderebbe il 51,3 per cento dei favori, ma ai numeri deve comunque seguire una convenienza politica. Allo stato una coalizione a geometria variabile, comprendente Pd, Idv (con i benefici del dubbio poiché girano voci sulla possibilità che Di Pietro venga estromesso dall’eventuale progetto), Sel, Udc, Fli e Mpa, appare tanto eterogenea quanto incerta con il rischio che possa reggere da Natale a Santo Stefano, come si suol dire. Senza contare, inoltre, le inevitabili divergenze degli attori in campo.
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