(AP Photo/Antonio Calanni, files)
Dal primo gennaio 2016 sono entrati in vigore una serie di aumenti di tariffe sulla linea ferroviaria e autostradale italiana, riassunti in maniera chiara dal Corriere della Sera. Racconta il Corriere che il prezzo base di un biglietto per un treno alta velocità è aumentato in media del 2,7 per cento: in particolare sulla tratta Milano-Roma il prezzo è cresciuto del 3,5 per cento, passando da 86 a 89 euro. Trenitalia non ha ancora diffuso la notizia degli aumenti sul proprio sito, ma contattata dal Corriere della Sera li ha confermati implicitamente precisando che non riguarderanno le tariffe più economiche – “economy” e “super economy” – ma solo la «fascia di prezzi più alta e flessibile, [che] costituisce solo il 10% dei ricavi». Il primo gennaio sono anche entrati in vigore alcuni aumenti nelle tariffe delle autostrade: il più alto è quello della tratta Torino-Milano, dove il pedaggio è aumentato del 6,5 per cento.
Chi ieri ha iniziato l’anno comprando un biglietto dell’alta velocità, si è accorto subito dell’amara sorpresa: prezzi rialzati su tutti i Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca. Le tariffe della fascia base (quella che consente il cambio di prenotazione e itinerario) sono state incrementate a livello nazionale in media del 2,7% ma per alcune tratte i rincari arrivano al 3,5% come nel caso del Milano-Roma, il treno che è riuscito a battere la concorrenza degli aerei facendo muovere in ritirata persino le compagnie low cost.
Quel che è certo è che i nuovi prezzi dell’alta velocità si aggiungono agli altri rincari partiti già il primo giorno dell’anno nuovo. Come quelli delle autostrade: da ieri sei tratte autostradali, dopo il via libera del ministero dei Trasporti, hanno aumentato i pedaggi. Il rincaro maggiore riguarda Satap tronco A4 (la Torino-Milano) a cui è stato concesso un adeguamento record del 6,5%. Seguono Strada dei Parchi +3,45%, Tangenziale Est Spa +2,10%, Autostrade per l’Italia +1,09%, Pedemontana Lombarda +1% e Ativa +0,03%. Le nuove tariffe sono scattate dopo la firma dei decreti interministeriali tra il ministro dei Trasporti e il ministro dell’Economia. Ma gli aumenti potrebbero interessare successivamente anche altre 21 tratte per le quali si è in attesa dell’aggiornamento del «Piano Economico Finanziario», senza il quale il ministero non dà il via libera agli adeguamenti richiesti.
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Fonte: Il Post