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I nuovi migranti, dall’Europa all’Africa

Creato il 24 maggio 2012 da Cren

In un altro post avevamo parlato dei nuovi “Leoni d’Africa”, i paesi che trainati dai BRICs (come il South Africa o la Nigeria) o per le enormi risorse naturali saranno le potenze economiche del futuro, vedi Mozambico ed Angola. L’Europa è in decadenza , la ricchezza e il commercio si è spostato verso l’Oriente e, nei prossimi anni, andrà verso l’Africa. Non siamo ancora ai migranti europei che partono con i barconi da Lampedusa per cercare fortuna nello sviluppato Maghreb, in Tanzania, o più a sud, ma una migrazione è già in corso dai paesi europei più disastrati.

Negli ultimi anni i portoghesi che sono andati a cercare fortuna in Mozambico sono stati oltre 25.000, con un incremento del 30% rispetto a tre anni orsono. Stesso incremento in Angola dove il numero di portoghesi che vi lavorano è di oltre 70.000 secondo l’ Emigration Observatory di Lisbona. Una migrazione confermata anche dall’aumento delle rimesse dalle ex-colonie verso il Portogallo: sono raddoppiate dal Mozambico (da 2.741.000 a 4.654.000) e quelle dall’Angola di oltre il 20% (da 134 MIO a 147 MIO). In questi due paesi, in fase di riassestamento dopo guerra, pacificazione, socialismo reale, vi è un immenso sviluppo supportato da ingenti capitali stranieri (cinesi e sud-africani) e la continua scoperta di risorse naturali (ultima quella del gas fatta dall’ENI in Mozambico). Non conosco l’Angola che mi sembra ancora un po’ incasinata ma il Mozambico è un ottimo posto per viverci. Così sembra che la pensino i giovani portoghesi, laureati e professionisti, che sono andati a Maputo, Beira, fra le spiagge a nord di Nampula o di Benguela in Angola (posti che si stanno aprendo al turismo di massa).

A Maputo, sul lungomare affascinante e decadente, hanno sempre resistito i vecchi coloni portoghesi nei loro localini a suonare il fado e a mangiarsi immensi piatti di verdure e patate. Oggi, i giovani portoghesi, aprono ristoranti e vinerie di lusso per i locali che hanno fatto i soldi con i commerci o migrando in Sud-Africa, la corruzione sulle risorse naturali e scroccando dalle donazioni internazionali.

Il clima è buono, i mozambicani sono simpatici, il mare è bello e, quindi, è meglio lottare lì per sopravvivere che non nella decrepita e tartassata Europa. Un flusso che inizia a preoccupare i governi che vedono sottrarre posti di lavoro ai propri cittadini. L’Angola più rigida sta pensando a regole più severe per l’ottenimento di permessi di lavoro.

Ma il fenomeno della migrazione non riguarda solo il ritorno dei portoghesi nei posti dove Vasco de Gama e Diogo Cao iniziarono a impiantarsi 500 anni fa, ma è più vasto. E’ segnalato che almeno 100.000 (su 11 MIO d’abitanti) portoghesi hanno migrato nel 2011 e, nell’altro paese marginale (Spagna) almeno 37.000 persone hanno lasciato il paese nel 2010. In entrambi i casi flussi verso le ex-colonie anche dell’America Latina. E noi che facciamo, ce ne andiamo in Etiopia e in Somalia?


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