L’infanzia è l’unico periodo della vita di ogni essere umano in cui si dovrebbe gioire per ogni piccola cosa, in cui l’unico problema dovrebbe essere un giocattolo non ricevuto o la paura che a San Nicola il tuo dentino da latte faccia così schifo da lasciartelo marcire sotto il cuscino.
Tutto sommato era tutta materia fantastica, destinata ad annullarsi nel momento in cui diventavi grande. Nella maggior parte dei casi.
Oggi sono ben altri i mostri che aleggiano sull’innocenza dei bambini, e sono reali. La loro pericolosità è subdola, difficile da smascherare, poiché nascono non dal lato oscuro, ma da quello del cosiddetto “Bene”. Non hanno bocche enormi capaci di ingoiare una nonnina intera, non fanno paura. Hanno la maschera della bontà, dell’altruismo e si dicono vicari di Dio sulla Terra: sono i preti. Lungi da me il voler fare di tutta l’erba un fascio, ma è innegabile che per molti di loro non è certo la vocazione che li ha portati alla scelta del sacerdozio.
Costretti ad un’innaturale voto di castità, questi uomini mediocri, magari incapaci di trovarsi un posto nel mondo e con una lista di turbe psichiche da far rabbrividire anche il mostro di Rostov - bonarmuzza -, optano per la soluzione più comoda che gli offre la vantaggiosa posizione di guida, di punto di riferimento per un’intera comunità. All’ombra di statue sacre e con la sicurezza di uno stipendio fisso, si sentono intoccabili e così toccano gli altri.
Le loro prede preferite sono i bambini e gli adolescenti maschi per lo più. Meglio se provenienti da situazioni sociali e familiari disagiate, con genitori inetti, ignoranti e ingenui, figli di madri che, pur di toglierli dalla strada dove sarebbero inevitabilmente preda della malavita, li affidano con tanta fiducia ai sacerdoti.
È di qualche giorno fa la notizia dell’ennesimo prete viscido e panzone che usava abusare di minori, approfittando di situazioni di estremo disagio. Padre Aldo Nuvola si chiama, nome angelico che decisamente poco gli si addice. Attualmente è in carcere, in regime di isolamento, ma la Curia si limita ad esprimere solidarietà alle vittime per questi crimini incresciosi e “rinnova la sua piena riconoscenza ed il costante sostegno con la preghiera a tutti i sacerdoti che lavorano generosamente per il bene delle anime a loro affidate e che ora, a motivo di questo scandalo, diventano facilmente oggetto di accuse generalizzate“. Morale della favola, si limiteranno a sospenderlo, senza punizioni esemplari, sperando che la faccenda venga dimenticata per non infangare ulteriormente il buon nome della Chiesa.
E le vittime? Non basterebbero tutte le ricchezze del Vaticano per ridare l’infanzia a quei bambini a cui è stata rubata l’innocenza senza alcun diritto, che porteranno questa ferita dentro di loro per il resto della vita. Sono ragazzini poveri per lo più, abbandonati a loro stessi, che per la maggiore non riusciranno ad avere un’assistenza psicologica decente che gli permetta di diventare degli adulti sani.
Un prete, in qualità di inviato speciale del Gran Khan, dovrebbe portare gioia, aiutare lì dove l’indifferenza del mondo è totale, mettere la sua vita al servizio degli altri. E invece sempre più spesso si scopre che anche i sacerdoti più insospettabili sono avidi e perversi. L’unica cosa che imparano i fanciulli da loro è che sotto un panzone pantagruelico si nasconde un micro pene bramoso di infanzia e che Dio, a conti fatti, non può esistere perché, se ci fosse, non permetterebbe simili scempi.
L’argomento è certamente uno tra i più complessi da trattare e occorrerebbero tomi interi per raccogliere esperienze, testimonianze provenienti da ogni angolo del pianeta. Risulta invece molto semplice augurarsi che questi pretini vengano scomunicati e mandati a marcire in Siberia, nel nulla, per quel che rimane delle loro inutili e nocive esistenze. Ma per quanto si possa sperare che la Chiesa si decida ad assumere una posizione netta e unanime di condanna nei confronti dei sacerdoti pedofili, nulla di ciò basterebbe a ridare a quelle giovani vite ciò che gli è stato strappato via.
L’Uomo Nero e il mostro che vive sotto il letto non sono il male peggiore in fin dei conti.