Se una volta i nostri padri ci allevavano nel mito del posto fisso e della sicurezza economica, la crisi del mondo del lavoro, il boom di internet e delle tecnologie ad esso applicate, ha portato a un nuovo tremendo fenomeno familiare-amicale: Fatti una startup.
Ecco, basta inviare CV, tanto non chiamano, inutile sperare in un trattamento contrattuale che tuteli un minimo il tempo che investi nel migliorare la posizione dell’azienda di qualcun’altro, ora il lavoro, come si dice, te lo devi inventare.
Pure.
Arieccoci. Nuove aspettative, tarate sul presente e non esenti da quel fascino da techno-lover che permea ormai tutti, giovini e non.
Sulla cosa un certo Massimo Troisi si era espresso già diversi anni fa in maniera piuttosto chiara:
Ecco.
Fosse così facile basterebbe girare la domanda ad altri, ad esempio al Ministro del lavoro: siccome lei è ministro, perchè non crea occupazione per tutti coloro che ne sono incerca? Su, che ci vuole, si metta alla scrivania, scriva un progetto e risolviamo questa vicenda.
Qualità come lo spirito imprenditoriale, il coraggio e l’iniziativa, la visione economica di un progetto aziendale, sono competenze che non inseganno all’asilo e doti non presenti in tutti gli individui. Appunto per questo non è carino dire ad altri fatti una startup come se fosse facile come bersi un bicchier d’acqua. Allora tu guadagna un milione di euro, su.
Il vero propblema è che qualcuno l’ha fatto e ha avuto successo.
E allora si instaura quello stesso meccanismo di quando da piccoli i nostri genitori ci facevano notare quanto era bravo un nostro compagno che era riuscito in qualcosa quando noi magari avevamo fatto bene molte cose ma non esattamente quella.
Il mondo va avanti ed è giusto, ma non esageriamo!
Una volta l’importante era prenderei una laurea, un titolo universitario. Oggi non basta e dopo la laurea specialistica almeno un masterino devi averlo. A breve vedremo la gente che ti guarda storto e ti discrimina perché nonostante tu abbia laurea e master non hai nemmeno una startuppina piccola piccola.
Eh no, non funziona così.
Chi sente che quella di creare da zero una nuova realtà aziendale è la sua strada la persegua cion ferocia e determinazione ma non ne facciamo una nuova, ennesima, regola sociale, non sacrifichiamo bile e gioventù nel nome di un nuovo mito che presto sarà bruciato in favore di un altra chimera popolare.
Inventarsi un lavoro, inventarsi una vita, non è come inventarsi qualche nuova cazzata da dire.
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