di Violetta Orban
La continua evoluzione dei sistemi spaziali e delle relative tecnologie e applicazioni rende necessario monitorare i programmi già operativi e operare scelte di lungo periodo sui progetti futuri. Il 2 dicembre 2014 si è tenuta in Lussemburgo la Conferenza dei Ministri degli Stati membri dell’Agenzia Spaziale Europea, nota anche come Ministeriale ESA, tra i principali appuntamenti del settore in Europa. Il periodico svolgimento di questo Vertice assicura la valutazione dello stato attuale delle attività dei Paesi partecipanti, il rinnovo delle massime cariche dell’Agenzia e la decisione in merito alle strategie, ai programmi futuri e agli impegni finanziari a medio-lungo termine. I protagonisti principali del summit sono i Ministri responsabili delle politiche spaziali dei 20 Stati attualmente parte dell’ESA, i massimi esponenti delle agenzie spaziali nazionali, i rappresentanti di Canada, Estonia, Slovenia e Ungheria in virtù degli Accordi di Cooperazione con l’Agenzia e gli osservatori di altre organizzazioni internazionali. L’appuntamento del 2014 ha destato molta attenzione a causa delle scelte strategiche da operare su alcune tematiche di grande importanza per il comparto spaziale del Continente e della persistente crisi economica che negli ultimi anni ha provocato una contrazione del budget spaziale di molti attori europei.
L’evoluzione nel tempo del Consiglio Ministeriale ESA
Le prime iniziative e progetti che avrebbero condotto alla nascita dell’ESA hanno tratto ispirazione dalle idee del francese Pierre Auger e dell’italiano Edoardo Amaldi, illustri esponenti della comunità scientifica europea, che già nel 1958 avevano proposto la creazione di un’organizzazione puramente scientifica a livello europeo sul modello del CERN. In seguito all’esame delle differenti opzioni e forme di cooperazione in campo spaziale tra le nazioni europee, nel 1962 si è deciso di creare due agenzie, ELDO (European Launch Development Organisation) per lo sviluppo di un sistema di lancio ed ESRO (European Space Research Organization) per l’avvio di progetti in campo satellitare, le cui Convenzioni istitutive sono entrate in vigore nel 1964. La fusione di queste due entità ha dato vita nel 1975 all’ESA nella sua forma istituzionale odierna. Il primo Consiglio Ministeriale ha avuto luogo nel 1977 a Parigi, attuale sede del quartier generale dell’ESA, per definire la visione strategica e i programmi di interesse dell’ente recentemente sorto. Nel meeting tenutosi nel 1985 a Roma i Ministri partecipanti hanno dato avvio agli studi e lavori preparatori del lanciatore Ariane 5 e al programma scientifico Horizon 2000, le cui fasi fondamentali hanno incluso alcuni ambiziosi progetti come la missione Rosetta di esplorazione dei corpi minori del Sistema Solare, con lo scopo di garantire all’Europa un ruolo primario nell’avanzamento delle scienze spaziali.
Nella riunione a L’Aja del 1987 si è adottata una Risoluzione sul piano spaziale e i programmi europei di lungo termine e sono state approvate le iniziative per lo sviluppo di Ariane 5, mentre nel 1995 a Tolosa si è giunti ad un accordo sul finanziamento relativo al contributo dell’Europa alla Stazione Spaziale Internazionale. Oltre all’approvazione di tre dichiarazioni sul programma Ariane 5, in quell’occasione è stato sottoscritto con effetto immediato un analogo documento per lo sviluppo del laboratorio orbitale Columbus e dell’Automated Transfer Vehicle (ATV). A Edimburgo nel 2001 sono stati decisi ingenti investimenti su nuovi progetti, tra cui lo stanziamento di 500 milioni di euro per l’inizio di Galileo; a Parigi nel 2003 sono state trattate le questioni della ristrutturazione della filiera dei lanciatori Ariane e del rafforzamento delle relazioni tra ESA e Unione Europea; a Berlino nel 2005 è stata approvata una politica europea sui lanciatori. Nella Ministeriale a L’Aja del 2008 si è deciso l’inizio di nuovi programmi opzionali e sono state stabilite le sottoscrizioni relative al settore dei lanciatori, incluso il finanziamento per l’evoluzione di Ariane 5, l’accompagnamento tecnologico di Vega e il programma preparatorio sui futuri vettori europei. Oltre alla definizione degli oneri connessi alle attività di osservazione della Terra, volo spaziale, esplorazione umana e robotica (in particolare il programma ExoMars e le attività preparatorie per la futura esplorazione robotica di Marte), si sono prese decisioni in merito al miglioramento del sistema Galileo e all’inizio del programma Space Situational Awareness per il monitoraggio dell’ambiente spaziale. Nel 2012 a Napoli gli investimenti si sono focalizzati su settori ad alto potenziale di crescita e di impatto sull’economia e il benessere dell’Europa. I Ministri partecipanti hanno approvato la fornitura europea del modulo di servizio dell’Orion Multipurpose Crew Vehicle (MPCV) della NASA, gli studi di definizione del nuovo lanciatore Ariane 6 e la continuazione dello sviluppo di Ariane 5 ME (Midlife Evolution) con lo scopo di disporre di importanti sinergie fra i due lanciatori, lasciando alla Ministeriale del 2014 ulteriori decisioni in merito.
I temi dell’agenda spaziale europea: focus sui lanciatori
L’agenda del Consiglio Ministeriale 2014 si è concentrata sull’accesso allo spazio, l’esplorazione spaziale, le questioni connesse all’utilizzo della Stazione Spaziale Internazionale e l’evoluzione dei rapporti intercorrenti tra ESA e UE.
Il tema dei lanciatori ha avuto un ruolo di primo piano coerentemente con la priorità strategica dell’accesso indipendente allo spazio. La rapida evoluzione di questo segmento del mercato, caratterizzato dall’emergere di nuovi service providers extra-europei che forniscono prestazioni a prezzi fortemente competitivi e dal mutamento della domanda dei servizi offerti, ha condotto alla necessità di elaborare nuove strategie per la futura filiera dei vettori europei. I lanci di Ariane 5, che trasporta carichi pesanti in orbita terrestre bassa, hanno un costo molto elevato e rappresentano un ostacolo per un corretto posizionamento dell’Europa sul mercato commerciale globale. La relativa dipendenza europea dal vettore russo Soyuz per i carichi medi ha inoltre imposto una riflessione sul completo perseguimento di autonome capacità di lancio. Per tali motivazioni la decisione di implementare un programma di sviluppo pluriennale per la nuova generazione di lanciatori Ariane 6 (primo lancio previsto nel 2020) e Vega C (primo lancio previsto nel 2018) ha costituito un importante risultato dal punto di vista geopolitico, commerciale e di abbattimento dei costi. I due nuovi lanciatori beneficeranno di importanti sinergie tecnologiche centrate soprattutto sui motori P120C impiegati in entrambi i vettori, che sono sviluppati in Italia da Avio. Le autorità italiane hanno sottolineato gli effetti positivi di medio-lungo periodo sull’attività produttiva ad alta tecnologia dell’industria nazionale legati alla produzione domestica del P120C.
L’approvazione dello sviluppo di Ariane 6 e Vega C ha ufficializzato la joint venture tra Airbus Group e Safran, Airbus Safran Launchers, che si prefigge lo scopo di incrementare la competitività europea e di massimizzare la redditività nel segmento dei lanciatori. I servizi di lancio europei sono commercializzati da Arianespace, il cui azionista di maggioranza è l’agenzia spaziale francese CNES. Airbus Group e Safran detengono rispettivamente il 30% e l’11% delle quote azionarie e le azioni detenute dal CNES saranno verosimilmente trasferite alla nuova entità nata dalla joint venture. La nuova architettura di gestione del comparto dei lanciatori e del progetto Ariane 6, che avrà una configurazione per i satelliti istituzionali e una per quelli commerciali, contribuirà a contenere i costi e mantenere un ruolo di leadership europea in questo campo.
Gli sviluppi futuri del settore
Oltre alle decisioni prioritarie sull’accesso allo spazio, il Consiglio Ministeriale ha approvato il finanziamento per le attività della Stazione Spaziale Internazionale fino al 2017, prevedendone l’estensione in prospettiva fino al 2020, ha dato il via libera al programma ExoMars e ha approfondito la questione della governance spaziale europea, concentrandosi sull’evoluzione dell’ESA in riferimento al suo assetto istituzionale e alle relazioni con l’Unione Europea. In considerazione dell’alta valenza geopolitica dello spazio, vi è interesse a rafforzare l’ESA come agenzia indipendente e autonoma e a valorizzare la cooperazione con Paesi che non sono membri dell’UE per motivi di carattere tecnologico e scientifico, ma anche strategico e politico.
A partire dal primo luglio 2015 entrerà inoltre in carica per un periodo di quattro anni il nuovo Direttore Generale dell’Agenzia, Johann Dietrich Woerner, attuale Presidente del Consiglio di Amministrazione del Centro Aerospaziale Tedesco DLR. Woerner succederà a Jean-Jacques Dordain, che ha guidato l’ESA per tre mandati consecutivi.
Il budget dell’Agenzia Spaziale Europea per il 2015 ammonta a 4.433 miliardi di € con Germania, Francia e Italia come principali contributori nei diversi settori di attività. Tra le novità del 2015 si registra l’accesso, in febbraio, alla Convenzione ESA da parte di Estonia e Ungheria che, al completamento delle procedure di ratifica, porterà ufficialmente a 22 il numero dei Paesi membri dell’Agenzia. L’11 febbraio l’ESA ha ottenuto un importante risultato con il lancio con vettore Vega del veicolo IXV (Intermediate eXperimental Vehicle). IXV, costruito e assemblato per la maggior parte da Thales Alenia Space a Torino, ha la funzione di testare procedure e tecnologie per il rientro atmosferico dallo spazio. L’acquisizione di capacità di rientro a Terra di carichi dall’orbita terrestre e oltre è potenzialmente in grado di garantire all’ESA un notevole risultato strategico in un settore finora esplorato con successo solo da Cina, Russia e Stati Uniti. Il veicolo, progettato per correggere la propria traiettoria durante il rientro atmosferico, ha completato la sua missione includente un lancio suborbitale con rientro guidato ammarando nel punto previsto dell’Oceano Pacifico 1 ora e 38 minuti dopo.
La politica spaziale europea ha principalmente lo scopo di favorire il progresso scientifico e tecnico e la competitività industriale mediante attività di ricerca, sviluppo tecnologico, esplorazione e utilizzo dello spazio. Elżbieta Bieńkowska, Commissario UE responsabile per il Mercato Interno, l’Industria, l’Imprenditoria e le Piccole e Medie Imprese, ha recentemente ribadito l’importanza di un’efficace politica spaziale per la creazione di posti di lavoro, il consolidamento del comparto industriale e la crescita socio-economica del Continente, così come l’importanza centrale dei programmi Galileo e Copernicus per lo sviluppo di una più ampia strategia di ricerca scientifica in campo spaziale.
* Violetta Orban è Dottoressa in Relazioni Internazionali (Università Roma Tre)
Photo credits: ESA/S. Corvaja
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