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I nuovi virus della rete: i video virali

Creato il 24 settembre 2012 da Nico315

Sono numerosi i termini nuovi entrati a fare parte del nostro linguaggio grazie alla teconlogia digitale, e ancora più specificatamente grazie ad Internet. Uno di questo è il termine “virale”. Un termine che rimanda a “virus”. E  infatti è da esso nasce, anche se poi viene applicato ad altri contesti. Al contesto, in questo caso, dei video che si diffondono nella rete. Un video che diventa virale agisce un po’ come un virus: è rapido, si diffonde tra molte persone ed è piccolo, la sua visibilità è minime, in poche parole è breve. I video virali sono video che sfruttano i canali ed in essi acquisiscono la loro forza, come quelli di Youtube, o le mail, o ancora la messaggistica instantanea. Sono video brevi, come già accennato, che iniziano a passare da una persona all’altra, proprio come un virus, e si diffondono anche nostro malgrado. Capita spesso che a diffondersi come virali siano video che abbiano come caratteristica quella di NON piacere agli utenti, e diventano famosi come i video che non piacciono, brutti, di scarsa qualità. Ma ad ogni modo famosi.

Si è giunti alla conclusione che i video virali per come li conosciamo, hanno 3 caratteristiche in comune:

  1. Il tema. Di solito il tema varia tra 3 categorie: la parodia, l’effetto sopresa e sarà davvero successo?
  2. La struttura. La durata del video deve essere adatta a non fare perdere attenzione da parte dell’utente, rispettare i tempi della sua curva dell’attenzione.
  3. Tastemaker. Quello che possiamo anche definire opinion leader, qualcuno che definisce il successo, la viralità del video.

La chiave comunque è invece quella di creare un video che solleciti una reazione forte da parte di un gruppo di persone, così forte da convincerle a condividere il video con altri. Come? Semplicemente capendo le tendenze e le mode dei visualizzatori di video online.

La scelta dell’argomento è definitiva in questo senso.  Si noterà che molti dei video virali più noti coprono tematiche leggere, non sono per forza di alta qualità, ma interessano molti. E questo contribuisce a renderli virali. Altra fonte di viralità è la persona (il canale) da cui il video parte: se una celebrity lo mette in circolazione attraverso il proprio twitter o blog, in qualche modo ha già garantito al video di diventare noto. Quello che passa attraverso i canali giusti, sul web, viaggia più veloce. Ed inevitabilmente chi gestisce quei canali ha il potere di determinare se sono giusti o meno. Il contenuto, nel caso dei video virali, è relativo. La forza sta nel mezzo e non nel messaggio, nel canale che lo trasmette e nella recezione dell’utente, che diventa pubblico, che diventa massa.

La “vita” di un video virale non è lunga, di solito, è un boom improvviso di contatti che visualizzano quel video e restano tali, fino a poi fermarsi o crescere ma in maniera molto meno progressiva. I contatti raggiungono i grandi numeri in brevissimo tempo. Esattamente come fa un virus che si diffonde e tutti si ammalano nello stesso momento.

I video virali ci fanno riflettere su un nuovo modo di fare visualizzazioni nel web. La forza della community fa la differenza, e questo nell’era 2.0 ha senso, molto senso, dove tutto è condivisione. È la community stessa a definire la viralità di un video. Ed incredibilmente, quando stiamo aggiungendo una visualizzazione in più ad un video che sta spopolando in rete, stiamo conribuendo a renderlo virale. Noi siamo gli artefici di tutto, nel web, anche di quello che sembra arrivare a noi e coinvoglerci passivamente come un video. Il potere della rete e il potere che noi acquistiamo in essa, non finisce mai di stupirci.

I nuovi virus della rete: i video virali

 

Roberta Martucci Schiavi web writer freelance per twago, piattaforma per esperti online

(web designer, copywriter, esperti marketing, traduttori specializzati e programmatori di applicazioni).

 


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