I Paesi islamici e la democrazia non vanno d'accordo

Creato il 04 luglio 2013 da Laperonza

Non ce la fanno, i paesi islamici, a digerire la democrazia. Per quanto ci provino, e ci provano davvero, invadendo piazze e deponendo despoti, si ritrovano poco dopo ad avere un altro dittatore forse peggio di quello cacciato. L’esempio recente è dato dall’Egitto che, cacciato Mubarak, non tanto perché presunto parente della vergognosa Ruby Rubacuori quanto perché dittatore, per quanto blando, se ne ritrovano uno nuovo dopo neanche un anno. Deposto lo zio celebre si sono svolte regolari elezioni democratiche ed ecco qua che si presenta il solito problema dei paesi islamici: non riescono a scindere la religione dalla politica. Così, come accaduto in Tunisia, in Algeria e come potrebbe accadere in Siria se si riuscisse a rovesciare Assad, viene eletto un partito islamico che non ce la fa proprio a ragionare laicamente e comincia a riformare lo Stato in chiave religiosa. Ovviamente è un fallimento totale e, dopo un anno, la folla torna ad invadere le piazze cacciando Morsi con l’appoggio dei militari che, sventolando bandiere e soffiando sulle trombe patriottiche, infilano al potere un nuovo dittatore, il presidente della Corte Costituzionale Mansour. Da una dittatura ad una democrazia religiosa ad una nuova dittatura.

Questo potrebbe accadere in Siria, in Afghanistan, in Iraq. Questo è accaduto, senza passare per la parentesi democratica, in Iran. È per questo che inserirsi in processi di democratizzazione di paesi arabi con le nostre “missioni di pace” è inutile e dannoso. Abbiamo cercato di cacciare i Talebani dall’Afghanistan col risultato che siamo in guerra da oltre un decennio e non riusciamo più a contare le vittime mentre, per poter venirne fuori dignitosamente, cerchiamo una poco dignitosa trattativa invitando i Talebani (terroristi, assassini, coi quali abbiamo dichiarato di non voler mai trattare) ad un tavolo di trattative dove difficilmente si siederanno. In Iran abbiamo cacciato Saddam per instaurare un regime zoppo, mal controllato dall’occidente, a rischio colpo di stato islamico giorno dopo giorno. E in Siria, pur nella convinzione che Assad sia un assassino sanguinario, rovesciarlo comporterebbe il rischio non troppo remoto di mettere al potere gente che taglia la testa ai frati. Non sarebbe meglio lasciarli risolvere le loro beghe da soli, tanto più che certamente non siamo in grado di risolvergliele noi? I paesi arabi sono abilissimi nel crearsi le proprie dittature: non c’è bisogno del nostro aiuto. Stiamocene fuori.

Luca Craia


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