6 SETTEMBRE – Negli ultimi tempi gli italiani si stanno ponendo una domanda spontanea: cosa avverrà dopo il governo Monti? Chi prenderà le redini dell’Italia dopo il 2013? E’ una domanda del tutto legittima, visto il fatto che l’attuale situazione politica è a dir poco confusionaria. Ogni giorno giungono voci che il giorno seguente vengono confutate, su possibili alleanze, accordi più o meno segreti, proposte fra partiti, cambiamenti interni.
Il quadro complessivo è estremamente frammentario, confusionario, incerto, e il Parlamento, o, meglio, il mondo dei partiti, sembra un mercato. La questione è allora: perché una simile attività? Certamente il fatto che fra meno di un anno vi saranno le elezioni può essere un motivo, ma questa frenesia ha un motivo più profondo, che potrebbe collegarsi al movimento di Grillo. I partiti sono consci della loro inconsistenza, tanto che sono state prese in considerazioni alleanze prima impensabili (come quella Bersani-Casini). In aggiunta a tutto questo c’è questo vociferare circa un ipotetico partito cattolico, di cui però non si ha ancora nessuna notizia certa.
I partiti sempre più assomigliano a navi che stanno affondando. Sono in agonia, e in un’agonia che terminerà probabilmente con la loro morte, per il fatto che nessuno di essi è in grado di mostrarsi stabile e deciso di fronte agli Italiani e al mondo politico internazionale. Il PDL è in gravissima crisi, dilaniato da lotte interne fra gli ex Forza Nuova e gli altri esponenti. E per il PD vale lo stesso discorso, visto che Bersani non ha più le redini del partito (difficile dire quando le abbia effettivamente avute) e non sembra che vi siano accenni ad una prossima stabilità.
In questo senso l’instabilità attuale potrebbe derivare dal desiderio di molti di cambiare i capi del partito, con la vecchia guardia che non vuole lasciare la poltrona ai nuovi possibili esponenti. E, ancor peggio, il PD è diviso dal punto di vista ideologico e culturale: basti pensare alla polemica sorta fra alcuni membri all’assemblea generale del PD circa la questione delle coppie di fatto e dei matrimoni gay, una questione che ha nettamente diviso il partito che, sebbene non sia di stampo cristiano, si è trovato indeciso di fronte ad un tema così delicato. Non sono mancate infatti le critiche del leader del Movimento Cinque Stelle, che ha evidenziato che c’era, a queste riunioni, un “invitato di pietra”, vale a dire la Chiesa Cattolica.
Ogni qual volta un partito si mostra debole, Grillo attacca repentinamente, senza preoccuparsi delle possibili reazioni. E non può farlo in un momento migliore. L’unico ad aver imitato Grillo per quanto riguarda la polemica è stato Di Pietro, che però è comunque condizionato da interessi di parte, sedendo in Parlamento. Grillo rappresenta quindi, per molti, un uragano che potrebbe spazzare via molte “vecchie facce”, e che spaventa per la violenza con cui si manifesta. Una voce nuova, quindi, che spaventa ancora di più. Le prossime elezioni potrebbero rappresentare il momento in cui le ideologie di partito verranno abbandonate totalmente per lasciare spazio ad alleanze volte al salvataggio del posto in Parlamento.
Enrico Cipriani