In questi giorni il regime iraniano ha reso noto di aver prodotto con successo una copia indigena del drone americano US RQ-170, precipitato nel 2011 ed immeditamente mostrato come un trionfo della Repubblica Islamica dalle Guardie Rivoluzionarie. Non si tratta del primo annuncio diffuso dall’Iran in merito ai droni: secondo quanto millantano i miliziani di Teheran, i Pasdaran avrebbero già prodotto in passato altri due tipi di droni, denominati Shahed 129 e 125. La cosa divertente è che, anche questa volta, questi UAV sarebbero stati sviluppati ricalcando il modello di aerei senza pilota sviluppati da altri Paesi. Nel caso dello Shaheed, quindi, il modello ispiratore sarebbe l’Hermes 450, drone israeliano, prodotto dalla dalla Elbit System nel 1998. L’Hermes 450, negli anni, è servito all’esercito israeliano per monitorare e colpire i terroristi a Gaza, nel sud del Libano e anche in Sudan.
Fieri di aver ricopiato il modello dell’arciodiato “nemico sionista” vecchio di quasi 10 anni, i Pasdaran hanno rimarcato la capacità dello Shaheed 129 di trasportare sino ad 8 bombe e di volare per 24 ore ad una distanza di 1700-2000 chilometri. Sarà per questo, quindi, che tramite il proprio account Twitter, le Guardie Rivoluzionarie hanno recentemente minacciato proprio Israele di essere il primo bersaglio sulla lista da colpire stilata da Teheran. Nel tweet apparso il 13 maggio scorso, infatti, i Pasdaran hanno pubblicato una immagine dello Shahed 129 ed in alto hanno scritto in farsi: شاهد ١٢٩ از ايران تا فلسطين اشغالى”, ovvero “Shahed 129, dall’Iran alla Palestina“.
Di seguito, l’immagine del tweet incriminato pubblicato, come detto, due giorni or sono.
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