I Passaggi di Inquadratura
Gli esperti, definiscono l'inquadratura come una rappresentazione in continuità di un certo spazio per un certo tempo. E' importante distinguere tra quella che è l'inquadratura in fase di ripresa e in fase di montaggio.
Nel montaggio, l'inquadratura è ciò che avviene tra due stacchi, mentre durante la fase di ripresa, l'inquadratura è il frammento di pellicola che si ha dal ciak allo stop, ovvero dalla partenza all'arresto della macchina da presa.
Si può passare da un’inquadratura all’altra in vari modi, ciascuno dei quali acquista nel racconto cinematografico un suo significato specifico.
Questo passaggio è chiamato montaggio. E' l'elemento dal quale dipende la percezione da parte dello spettatore del ritmo della narrazione.
Insieme alla fotografia, è parte essenziale della messa in scena operata dal regista: mentre la fotografia determina l'aspetto estetico del film, il montaggio ne costituisce lo stile narrativo.
I modi più usati sono :
LO STACCO è il taglio effettuato all’inizio e alla fine dell’inquadratura. Nel punto che il regista ritiene più adatto al racconto.
LA DISSOLVENZA L’immagine sfuma fino a scomparire e questo effetto può essere all’inizio della scena o a chiusura della scena
LA DISSOLVENZA INCROCIATAsi dissolve l’inqadratura che finisce e dissolve iniziando l’inquadratura successiva.
PASSAGGIO DEL MASCHERINOsagome che si pongono davanti all’mmagine in fase di montaggio o di sviluppo e stampa che possono avere forme diverse: cannocchiali, stelle etc..
LA POSIZIONE DELLA MACCHINA DA PRESA (MdP)
Ogni ripresa può essere effettuata sistemando la macchina da presa (MdP) in qualsiasi punto della scena, ciò permette al regista di scegliere e ottenere inquadrature di moltissimi tipi che possono però già essere suggeriti in fase di sceneggiatura.Inclinata, Orizzontale, Dal basso, Picchiata.
Dobbiamo però sempre tenere presente la regola dei 180°.
Al fine di mantenere sullo schermo uno spazio e una direzione coerente, è necessario applicare quella che dal cinema mainstream viene definita linea d'azione.
Lo scopo della linea d'azione è abbastanza banale: dividere in maniera immaginaria lo spazio davanti alla MDP. La direzione può essere quella che il regista ritiene più opportuna, anche se in genere è la linea visiva dello sguardo dei nostri due soggetti. Decisa la linea immaginaria viene descritta un'area di 180°, all'interno della quale si muoverà la MDP. Vengono utilizzate solo le inquadrature prese dallo stesso lato dell'asse. Se fossero usate le inquadrature dall'altro lato, lo spettatore avrebbe l'inquadratura rovesciata cioè un effetto a specchio. Facendogli credere, ad esempio, che i due personaggi si siano scambiati di posto. La regola dei 180° non rispetta altro che l'ordine di lettura dell'occhio e della mente umana.Quando si deve spostare la MdP dall'altro lato dell'asse occorrono degli escamotage. Ad esempio utilizzare un inquadratura che si trovi sull'asse e poi passare sul lato opposto, con una carrellata, una panoramica o qualsiasi altro movimento che scavalchi la linea di azione. L'importante è che il suo movimento sia ininterrotto.