I Peanuts: la vita quotidiana e la dualità nei fumetti di Charles Monroe Schultz

Creato il 08 ottobre 2014 da Alessiamocci

“Egregio collaboratore, le rimandiamo il suo stupido racconto./ Lei è uno scrittore tremendo. Perché ci importuna?/ Non compreremmo un suo racconto neanche se ci pagasse./ Ci lasci perdere. Sparisca. Crepi./ Dev’essere una circolare di rifiuto…” – Snoopy, i Peanuts (4 aprile 1974).

Chi non conosce Snoopy? Il simpatico bracchetto nato dalla fantasia di Charles Monroe Schulz, che con le sue frasi ironiche ci dà una versione edulcorata della vita. Era il 2 ottobre 1950 quando fu pubblicata la prima striscia a fumetti dei Peanuts – letteralmente «noccioline» – sul giornale della città natale del suo creatore, il St. Paul Pioner Press. Da allora i personaggi – che originariamente furono riconosciuti con l’appellativo di Li’l Folks «personcine» – ne hanno fatta di strada. Snoopy, Linus, Charlie Brown, Lucy e Patty fanno la loro comparsa su ben sette quotidiani statunitensi, e da quel momento entreranno a far parte della storia del fumetto. Saranno sempre pubblicati, incontrando il favore dei lettori di tutte le età, ma si fermeranno solo il 13 febbraio 2010, dopo la morte del loro autore.

Ma perché i Peanuts sono diventati così celebri? Forse perché si comportano come noi, condividono le nostre stesse sensazioni, le nostre paure e le perplessità che caratterizzano la vita quotidiana. Il tutto condito dall’ironia, che non manca di certo, e da momenti di tenerezza, in un mondo in cui ognuno di noi si sente ancora un po’ bambino. Così, Snoopy e i suoi amici attirano su di loro l’attenzione di molte generazioni, perché con la loro simpatia coinvolgono il lettore con le storie fatte di carta, parole e, soprattutto, disegni.

A sessantaquattro anni dalla loro nascita, si è pensato bene di ricordarli, cercando di ricostruire brevemente la storia del loro successo. Ma non come quella che inizia con il famoso incipit del racconto Paul Clifford (1830), scritto da Edward Bulwer-Lytton, considerato tra i più infelici – perché fra i più brutti – che la letteratura possa ricordare: «Era una notte buia e tempestosa», e che è pronunciata anche da Snoopy, cosicché diventa famosa non per la sfortuna di quel racconto, ma per la fortuna della striscia a fumetti che la contiene. Al contrario, la storia dei Peanuts è fatta di allegria e curiosità, ma anche di riflessione.

Un racconto corale di tanti personaggi immaginari, che prendono vita grazie all’abilità creativa ed espressiva di Schulz. Una storia fatta d’inchiostro, in cui sono affrontati diversi temi dai più semplici ai più impegnati, tant’è che lo stesso creatore usa questi fumetti per esibire la sua visione della vita e del mondo che lo circonda. È un viaggio nella fantasia che coinvolge tutti, anche la persona più attenta e sensibile a certi argomenti, e che grazie all’immagine arrivano direttamente all’uomo, lasciando ampio spazio all’immedesimazione.

«Cari amici, ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino. Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una striscia quotidiana. La mia famiglia non vuole che i Peanuts siano continuati da altri: per questo motivo annuncio il mio ritiro dall’attività. Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l’affetto espressi dai lettori della mia “striscia” in tutti questi anni. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy… non potrò mai dimenticarli. Questo è il messaggio di addio con cui Schulz saluta i suoi affezionati lettori, prima della sua morte, a Snoopy era stato affidato il ruolo di congedarsi. Nonostante ciò, i Peanuts proseguono la loro avventura, giungendo in altri ambienti: dai libri, come quelli pubblicati da Rizzoli e Baldini Castoldi Dalai, alla televisione, al cinema e al teatro. Fra i traduttori italiani figura persino Umberto Eco.

«A volte la notte me ne sto sveglio a chiedermi: “Dove ho sbagliato?”. Poi una voce mi dice: “Questo prenderà ben più che una notte», dice Charlie Brown in una delle sue riflessioni. In realtà, è lui il personaggio principale della striscia a fumetti, ma divide la popolarità con il suo cagnolino Snoopy che col tempo si è trasformato nel personaggio più dinamico dei fumetti. Tuttavia Charlie Brown ci tiene a farlo notare: «soffre di claustrofobia nel mondo», poiché sebbene sia ancora uno scolaro di terza elementare, è però determinato e cocciuto come non mai, ma alla fine si ritrova puntualmente a scontrarsi con la verità.

A Snoopy è affidato il compito di fare da «grillo parlante» e risvegliare la coscienza del padrone, sebbene talvolta anche lui si faccia prendere dallo scoramento. Per non parlare poi dei pensieri filosofici di Linus, il quale più che dimostrare la sua sagacia palesa una certa debolezza, poiché non vuole separarsi dalla sua adorata coperta. Di qui la nota metafora che è entrata appieno in ambito psicologico, giacché la coperta non è altro che un oggetto definito ‘transnazionale’ – termine coniato da Donald Woods Winnicott –, che ha per il neonato un valore particolare perché è la prima cosa che possiede.

L’oggetto, inoltre, rappresenta il primo contatto con la realtà. Spesso, dunque, non è facile distaccarsene, poiché è una sorta di protezione dalle cose ignote e che per questo motivo fanno un po’ paura. «Non mi va di affrontare i problemi di petto. Penso che il modo migliore per risolvere i problemi sia evitarli. Questa è una mia filosofia ben definita… Nessun problema è tanto grande o complicato che non gli si possa sfuggire!», di conseguenza le parole dette da Linus ricalcano di più tutto quello che si è detto finora.

Così un personaggio dei fumetti come Linus non solo fa parte della cultura di massa, ma assume valore anche in altri campi come quello psicologico. Infatti, dal personaggio a fumetti è stato rilevato il nome di una sindrome il cui primo sintomo è la paura di essere giudicati incapaci, il secondo invece spinge l’uomo ad alienarsi nella società, poiché consta della paura – spesso irrefrenabile – di esporsi e comunicare con gli altri a causa della timidezza.

La coperta di Linus, dunque, è un oggetto molto simbolico, giacché fa da ancora di salvezza e permette a chi ne fa uso di eclissarsi dal mondo. Inoltre, Linus coltiva la passione per la filosofia e la religione – è attratto dalle Sacre Scritture, che cita quando può nelle conversazioni con i suoi amici –, poiché questo modo di agire costituisce una forma di protezione nei confronti delle prepotenze subite dalla sorella Lucy, che per i suoi otto anni si dimostra bisbetica e cinica.

A questo punto, che cosa si può dire di Lucy? Lei è il personaggio femminile più importante dei Peanuts, che ha la risposta sempre pronta e vuole ostentare la sua intelligenza, dimostrando avversità nei confronti degli altri personaggi, soprattutto di Charlie Brown e del fratello Linus. Tuttavia Lucy si contrappone alle donne del fumetto americano, create durante gli anni Quaranta, poiché rappresenta il matriarcato americano. Infatti, durante gli anni Cinquanta, in America si era profilata una situazione in cui dalla crisi bisognava assolutamente uscire, dunque era necessario adottare nuove e diverse misure che gli uomini notano nei nuovi mezzi tecnologici. Malgrado ciò, l’ambiente dominato dall’avvento della terza rivoluzione industriale, porta di nuovo le donne in casa che hanno il vecchio compito di badare alla famiglia e ai figli.

«TU un dottore! HA! Che risate! Non potresti mai essere un dottore! Sai perché? Perché non ami l’umanità, ecco perché!», dice Lucy a Charlie che, appunto, si è convinto che da grande vorrebbe fare il dottore. E ancora: «Il mondo è fatto male, quindi sei fatto male pure tu, lo sei e lo sarai, finché il mondo non cambierà. Credo che non cambierà mai». Da queste riflessioni articolate senza indugi, ma che palesano la sfiducia nella società dei consumi, nasce la dualità del pensiero: da una parte c’è Charlie Brown e Linus, solo per citare gli esempi più evidenti, i quali vivono in un mondo astratto, creato dalle idee e dai pensieri filosofici; dall’altro, invece, c’è un personaggio come Lucy, che osserva la società americana con disprezzo e pensa che l’unico modo per porre rimedio alle brutture della vita sia cercare l’integrazione – in tal senso si pone in contrasto con un altro personaggio dei fumetti, Mafalda, che invece vive nell’America meridionale e non ripone alcuna fiducia nella società, ma che è sempre aperta alla contestazione. Di conseguenza, le ragazze create dalla fantasia di Schulz si dimostrano forti, ma poco attratte dalle idee vaghe e confuse – o dalle massime aspirazioni della controparte maschile –, piuttosto sono obiettive con se stesse cosicché non potranno mai ricevere le delusioni dalla vita.

I Peanuts sono, dunque, un’analisi approfondita della società postmoderna, caratterizzata dalle incognite del capitalismo e dalla cultura di massa che ha invaso ogni spazio sia pubblico sia privato dell’uomo, che vive e affronta non con pochi dubbi la propria vita. A Schulz il merito di aver affrontato i temi con ironia, cercando di essere pungente e di scalfire la coscienza dell’uomo che talvolta non guarda con obiettività ai problemi del mondo che lo circonda, cercando di porvi rimedio. Perché l’immagine arriva prima, laddove a volte la parola non viene ascoltata.

Written by Maila Daniela Tritto


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