Quando Violante, giovane ebrea di Toledo, parte per l'Italia nel 1492, non può immaginare i magnifici eccessi di cui sarà presto testimone. Sola e inesperta, fa il suo ingresso come dama di compagnia in una delle corti più fastose d'Europa: quella splendida e misteriosa dei Borgia. Diventata prediletta della bellissima Lucrezia, che la tiene sempre con sé, e innamorata di suo fratello Cesare, che ne farà la propria amante, la fanciulla gode dell'ambiguo privilegio di veder nascere gli intrighi più perversi, le vendette più feroci, i rapporti più lussuriosi di una famiglia celebre per aver fatto del potere, e del peccato, il proprio credo. Compreso il patriarca, Rodrigo Borgia, alias papa Alessandro VI, che mentre allunga le mani su Roma non si fa mancare i favori della stupenda, e giovanissima, Giulia Farnese. Ma a palazzo, in realtà, nessuno è come appare. Se le lussuose stanze celano una Lucrezia ignota a chi la ritiene soltanto una donna volgare e depravata, e se i mormorii su Cesare non possono svelare l'anima dell'uomo a cui Violante ha dato il cuore, quest'ultima, dal canto suo, nasconde più di un segreto: un passato con troppi lati oscuri, e una missione inconfessata...
La Recensione
Inizio la recensione dichiarandomi indecisa sull'inquadramento di questo romanzo in un genere. Non perché sia importante, ma perché mi è impossibile comprendere se è il caso di considerarlo un romanzo storico fortemente sentimentale, o un sentimental-erotico (volgarmente detto harmony) a sfondo storico: nella narrazione prevale ora il primo, ora il secondo aspetto, senza che sia ben chiaro dove l'autrice voglia andare a parare con precisione. Un elemento è chiaro per certo: la Bower vuole che la lettrice si identifichi con l'insipida protagonista innamorata e sessualmente attratta da Cesare Borgia. Il che è facile, data la suddetta insipidezza della protagonista in questione, e il prurito alle parti intime che il semplice nome di Cesare Borgia suscita in una donna eterosessuale che abbia studiato un po' di storia rinascimentale italiana e che magari si sia documentata anche solo superficialmente sulle leggendarie perversioni del casato dei Borgia.
Ester Sarfati, ebrea, è costretta a fuggire da Toledo a causa delle espulsioni decretate dai Re Cattolici. Dopo una difficoltosa traversata, a soli sei anni giunge a Roma presso il padre, banchiere al servizio della potente famiglia valenzana Borja.
La storia vera e propria inizia nel 1501, nove anni dopo l'insediamento di Rodrigo Borgia sul trono pontificio con il nome di Alessandro VI, due dopo la presa di Imola da parte di Cesare, e uno dopo la morte del secondo marito di Lucrezia, Alfonso di Bisceglie. Ester, ormai quindicenne, viene portata dal padre alla corte di Madonna Lucrezia e offerta come dama di compagnia. Battezzata con il nuovo nome di Donata, inizia per lei una nuova vita all'insegna dello sradicamento: non più ebrea ma nemmeno propriamente cattolica, strappata alla famiglia e gettata in un ambiente pericoloso ed estraneo in cui dovrà imparare a sopravvivere, Donata trova un'unica amica in Angela Borgia, cugina di Lucrezia. La sera del suo battesimo, ebbra di vino, viene letteralmente raccolta da terra dal Duca Valentino, figura la cui leggendaria crudeltà terrorizzava Donata fin da bambina. E' il primo incontro con l'uomo che inciderà sulla sua vita.
Il lungo romanzo ripercorre con ritmo narrativo altalenante l'ambiente cortigiano negli anni 1501-1507, soffermandosi in special modo sul biennio 1502-1503. La ricostruzione storica, quanto ad ambientazione, è minuziosa: mi riferisco in particolare alle scene di corte e di mercato, accurate e realistiche. Quando però dall'ambientazione si passa all'azione storica, ecco che la Bower subordina tutto alla vicenda privata di Donata (da Cesare soprannominata Violante, cioè colei che viene meno alle promesse): i cenni all'influsso dei Borgia sulla storia d'Italia (la politica di Rodrigo, le battaglie condotte da Cesare nel centro-nord, i matrimoni combinati di Lucrezia) sono rarefatti e a volte, per stessa ammissione dell'autrice nella postfazione, imprecisi. Con queste premesse, la storia rinascimentale ridotta a palcoscenico della vita privata di un personaggio inventato, soprattutto durante la prima metà del romanzo in cui l'ambientazione attira ben poco l'attenzione in una narrazione imperniata quasi esclusivamente sull'ossessivo pensiero dei ruvidi polpastrelli di Cesare Borgia in mezzo alle gambe e sui capezzoli, comprenderete perché non riesca a collocare il romanzo nel genere storico. Tuttavia nemmeno l'aspetto sentimental-erotico riesce a spiccare del tutto, sebbene la tensione sessuale si respiri per tutto il romanzo.La protagonista, che è anche il narratore della storia in prima persona, è pressoché inesistente. Paradossalmente, poiché è lei motore, occhi e voce di tutta l'azione, il suo carattere è così debole che si tende a dimenticare quell'inconsistente filtro tra lettore e vicende chiamato Violante: è questo un espediente tipico del romanzo sentimentale, la creazione di una sagoma vuota in cui ogni lettrice si possa raffigurare per avere l'illusione di vivere per un momento quella storia. E' difficile provare qualsiasi sentimento nei suoi confronti, che sia compassione, rabbia, complicità, sebbene le spesso discutibili azioni e reazioni della protagonista ne darebbero ben ragione. Il personaggio che più spicca nel romanzo, naturalmente, è Cesare Borgia, l'uomo che non deve chiedere mai. Il Cesare di Sarah Bower eredita le caratteristiche che le leggende popolari gli hanno attribuito: abile nel circuire le donne e nel sedurre gli uomini, fisicamente non bellissimo ma sicuramente attraente, roso da una sfrenata ambizione che lo condurrà a tentare la conquista dell'Italia, crudele e lascivo nei momenti e nei modi più imprevedibili. La sua figura, più che ricordare i grandi conquistatori dei romanzi storici, si presta più al ruolo di eroe maschile dei romanzi erotici: l'affascinante bastardo capace di conquistare il cuore di una donna con la sua prepotente virilità, il macho così sensualmente eccitante da essere in grado di convincere una donna ad allargare le gambe poco dopo avere gettato dalla cinta muraria del castello il corpicino della nipote nata morta. Di nuova prospettiva viene invece illuminata la figura di Lucrezia, cui generalmente viene attribuitita pericolosa bellezza, malizia senza pari e, anche lei, sregolata perversione: la Lucrezia della Bower è piuttosto una donna morbida - non eccezionalmente bella - e malinconica, capace di violente passioni ma sempre, agli occhi della sua cortigiana, impenetrabilmente chiusa a custodire un segreto. Se si eccettuano alcuni personaggi secondari di spicco, quasi tutti storici, il frequente cambio di ambiente e di corte genera una quantità impressionante di comprimari più o meno intercambiabili tra loro: tra i primi, particolarmente ben riusciti sono Angela Borgia, bella e civettuola, leale all'amicizia di Violante ma pur sempre una Borgia; don Ferrante d'Este, mecenate di bel carattere molto legato a Violante ma in realtà omosessuale; il violento cardinale Ippolito d'Este, in competizione con il benevolo fratellastro Giulio per ottenere il cuore di Angela; Gideone, fittizio orefice ebreo coinvolto nella congiura per uccidere Alfonso d'Este, marito di Lucrezia e duca di Ferrara. Si tratta senza dubbio di un libro ben scritto (la Bower ha una prosa fantastica, questo non si può negare) e tecnicamente ben costruito. La narrazione scorre serenamente, senza alti picchi d'attenzione ma anche senza annoiare; rare sono le scene particolarmente pruriginose o truculente, tutte caratteristiche che ne fanno un buon romanzo d'evasione, rilassante e piacevole, nulla di più e nulla di meno.
Giudizio:+3stelle+
Articolo di Sakura87
Dettagli del libro
- Titolo: I peccati dei Borgia
- Titolo originale: Sins of the House of Borgia
- Autore: Sarah Bower
- Traduttore: Deppish M., Converso C.
- Editore: Sperling&Kupfer
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: Pandora
- ISBN-13: 9788820051372
- Pagine: 531
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 17,90 Euro