Magazine Diario personale
Quello che mi ha consumato è stato decidere.Capire che cosa fosse meglio.Vedere dentro quella nebbia fredda e fitta.Sopportare l’assedio di tutte quelle voci nella mia testa,non perdere il senno sotto l’attacco delle parole che rimbalzavano impazzite nei miei pensieri singhiozzanti.Parole suadenti, parole severe, parole sagge, parole antiche e prudenti,parole nuove e spavalde,parole rassicuranti e poi apocalittiche.Sirene e demoni che cavalcavano ogni mia inutile intuizione.Insonne per notti e notti, annientata da una costante, insostenibile dodecafonia.Poi invece è stato tutto chiaro.I pensieri si sono messi in fila composti,hanno iniziato a battere un ritmo regolare,e con essi il mio sentire.Ho mosso un passo e gli altri sono arrivati di conseguenza,come quando in piscina le bracciate, il respiro, il movimento delle gambe si fanno d’incanto armonia e l’acqua diventa leggera, non più ostacolo al corpo, e riconosci sensazioni primordiali e non smetteresti mai più di nuotare. La pace è arrivata, la via l’hai trovata, e va bene così.Ora la decisione è presa.Abbandono un luogo che è stato il mio approdo sicuro per 12 anni, dove ho imparato il lavoro, dove sono cresciuta, ma dove poi ho iniziato a morire.Abbandono quelle sicurezze, quelle garanzie diventate catene e che non mi assomigliavano più. Me ne vado e provo a inventarmi una nuova vita. Me ne vado e provo a rinascere, a guardare senza paura quello che sono oggi, anche grazie a questo blog che amo e di cui voglio sempre prendermi cura.Del resto solo chi stacca i piedi da terra può imparare a nuotare.E, chissà, forse anche a volare.