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I pensionati italiani i più tartassati in Europa. “Perdono” ben 118 euro al mese

Creato il 28 giugno 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Nel 2014 un pensionato comune perderà ben 1419 euro di potere di acquisto rispetto al 2008. Si tratta di oltre 118 euro mensili, sottratti ai consumi e dai bilanci delle famiglie.Durante la crisi, infatti, i pensionati sono stati i pilastri del welfare familiare. E’ questo il quadro della situazione descritto dal presidente di Confeserenti, Marco Venturi, durante il corso dell’incontro estivo dei pensionati della Fipac-Confesercenti, tenutosi a Brindisi.

(wikipedia.org)

(wikipedia.org)

La denuncia del presidente Confesercenti, Venturi. ”Siamo l’unico Paese – si legge su agi.it – dove i pensionati pagano, in proporzione, più tasse di quando erano attivi. Accade così che il pensionato subisca un maggior prelievo rispetto al dipendente e che tale extra-imposta sia più forte tanto più la pensione è bassa: 72 euro per una pensione pari a tre volte il minimo e 131 rispetto alle pensioni d’importo inferiore. Nel resto d’Europa non è così, anzi avviene il contrario. In tutti i Paesi, a parità di reddito, un pensionato paga in misura inferiore del dipendente”.

I pensionati italiani sono quelli colpiti di più a livello europeo. “In generale i nostri pensionati sono i più tartassati d’Europa. Lo possiamo verificare confrontando innanzitutto quanto paga il pensionato italiano rispetto ai suoi ‘colleghi’ europei: su una pensione corrispondente a 1,5 volte il trattamento minimo Inps, un italiano paga in tasse il 9,17% dell’assegno previdenziale, mentre i suoi colleghi di Germania, Francia e Spagna e Regno Unito nulla. Ma non meno dirompente è il risultato che emerge nel caso di un trattamento pensionistico pari a tre volte il minimo: il pensionato italiano è soggetto ad un prelievo doppio rispetto a quello spagnolo, triplo rispetto a quello inglese, quadruplo rispetto a quello francese e, infine, incommensurabilmente superiore a quello tedesco: si va dagli oltre 4 mila euro sopportati dal pensionato italiano ai 39 a carico del pensionato tedesco”.

La richiesta di ridurre la perdita del potere di acquisto. E’ ora, conclude Venturi, “di dare una svolta definitiva a questa ingiustizia, ripensando il sistema fiscale. Soprattutto si deve tener conto dell’erosione del potere d’acquisto dei pensionati, estendendo anche a loro, come primo passo, il bonus fiscale, in modo tale da ridurre almeno la perdita su base mensile. Essere anziani non puo’ essere considerato un peso sociale: dobbiamo reagire rivendicando rispetto, dignità sociale ed economica per i nostri pensionati”.


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