E' almeno dal 2004 che Max More si dedica alla critica del Principio di Precauzione e ne promuove un'alternativa non asfittica e che non abbia la stagnazione come inevitabile capolinea, nella forma del Principio di Proazione, o Proactionary Principle. Quest'ultimo e' anche il titolo del libro al quale More sta lavorando da anni (e del quale Estropico Blog ha pubblicato in anteprima la lista dei contenuti). In attesa della sua pubblicazione (che pare ora essere stata ulteriormente rimandata mentre More e Natasha Vita-More completano un'antologia di letture transumaniste, il Transhumanist Reader), ecco alcuni estratti, sul blog di More (Max More's Strategic Phylosophy). Si tratta del secondo capitolo (The Perils of Precaution) e, piu' avanti, apparira' anche il quarto capitolo (The Proactionary Principle).
Traduco liberamente qualche frase dalla prima sezione (The Perils of Precaution):
Il progresso estropico della nostra civilizzazione dipende dal tenere la cauzione nella sua dovuta considerazione. Ne abbiamo bisogno, ma la cauzione deve prendere il suo posto fra molti altri valori e non divenire l'onnipotente regola che forma ogni nostra decisione.
La continuazione dell'innovazione tecnologica e' essenziale al nostro progresso come specie, come individui e per la sopravvivenza delle nostre liberta' fondamentali. Purtroppo, la mente umana fa fatica ad analizzare accuratamente i rischi presenti in circostanze complesse. Il risultato e' che il progresso e' minacciato da fondamentalisti di ogni tipo, anti-umanisti, luddisti, primitivisti, regolamentatori, nonche' le percezioni distorte alle quali siamo tutti vulnerabili.
L'intero secondo capitolo del libro di More, sul suo blog:
The Perils of Precaution
Pervasive Precaution
The Paradox of the Precautionary Principle
The Tyranny of Safety
Failures of the Precautionary Principle
Fatal to the Future