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I perturbatori endocrini nei prodotti cosmetici

Da Guidamamme

Abbiamo visto nel precedente articolo un elenco di sostanze ritenute a “alto livello di preoccupazione” dalla Commissione Europea sui perturbatori endocrini poichè vi sono prove effettuate su organismi sani che dimostrano la capacità di tali elementi di interferire con il sistema endocrino, ovvero con il sistema di ormoni e recettori del nostro corpo.

I PERTURBATORI ENDOCRINI NEI PRODOTTI COSMETICI

In particolare tra queste sostanze ritenute fonte di forte preoccupazione vi sono: alcune decine di pesticidi, il Bisfenolo A, numerosi Filtri UV utilizzati nei cosmetici, il BHA utilizzato in cosmetica e nella conservazione del cibo con il nome di E320, numerosi Ftalati utilizzati come ammorbidenti delle plastiche, etc.

Un secondo gruppo di sostanze su cui è necessario porre l’attenzione è sicuramente quello delle sostanze a medio fattore di rischio. Si è ancora nella Categoria 1, ovvero quella per cui è comprovato l’effetto di interferenza endocrina su organismi sani.

In questo gruppo si trovano ancora una serie di pesticidi, insetticidi e fungicidi il cui elenco è disponibile qui. Nel gruppo sono poi presenti sostanze chimiche ancora molto utilizzate nei prodotti cosmetici per adulti e per bambini: i parabeni.

I PERTURBATORI ENDOCRINI PRESENTI NEI PRODOTTI COSMETICI.

Per facilità d’uso e per rendere più leggibile tutta l’analisi fatta fino ad ora riportiamo di seguito l’elenco di TUTTI gli elementi che è possibile trovare nei prodotti cosmetici e per i quali esistono test di laboratorio effettuati su organismi sani che dimostrano che tali elementi hanno interferenza con il sistema endocrino (alcuni di questi elementi hanno più di un uso). Tali elementi appartengono in parte alla categoria ad alto fattore di preoccupazione ed in parte alla categoria a medio fattore di preoccupazione.

LA LISTA

  • Butilparabene - conservante (medio fattore di rischio)
  • Etilparabene - conservante (medio fattore di rischio)
  • Metilparabene - conservante (medio fattore di rischio)
  • Propilparabene – conservante (medio fattore di rischio)
  • 3-benzilidene canfora - Filtro UV (alto fattore di rischio)
  • 4,4’-diidrossi-benzofenone (detto anche Oxibenzone) - Filtro UV (medio fattore di rischio)
  • 4-metilbenzilidene canfora - Filtro UV (alto fattore di rischio)
  • Benzofenone-1 - Filtro UV (alto fattore di rischio)
  • Benzofenone-2 - Filtro UV (alto fattore di rischio)
  • EtilhexileMetoxycinnamato / Octile Methoxycinnamato (detto anche Octinoxate) - Filtro UV  (alto fattore di rischio)
  • Butilated idrossianisolo (BHA) - Antiossidante (alto fattore di rischio)
  • Acido Borico - Antimicrobico (medio fattore di rischio)
  • Ciclotetrasiloxano (silicone) - Emolliente (alto fattore di rischio)
  • Dietil ftalato (DEP) - Denaturante (medio fattore di rischio)
  • Diidrossibifenile/ 4,4′-diidrossi-bifenile - Filtro UV, disinfettante, profumo (alto fattore di rischio)
  • Acido Idrossicinnamico (PCA) - cura della pelle (basso fattore di rischio)
  • Resorcinolo - Colorante per capelli – (alto fattore di rischio)

COSA SI STA FACENDO?

Le sostanze che abbiamo elencato in questo e nei precedenti post sono delle tipologie più disparate (si va dai pesticidi, ai conservanti, ai prodotti cosmetici, etc). Secondo la legislazione vigente nell’Unione europea, la valutazione del potenziale tossico di una sostanza chimica dipende dal tipo di sostanza chimica. Per esempio, i pesticidi e biocidi hanno una legislazione specifica che disciplina le prove e la valutazione su tali elementi. Per i parabeni esistono invece una serie di Opinioni del Comitato Scientifico sui Prodotti di Consumo che danno indicazioni sul limite massimo di concentrazione di tali elementi nei cosmentici ritenuto accettabile.

Non esiste invece una specifica legislazione che disciplini l’uso dei perturbatori endocrini nel loro complesso.

Lo studio sui perturbatori endocrini è tuttora aperto e richiede sforzi internazionali. E’ necessario raccogliere dati, analizzare i meccanismi d’azione degli interferenti endocrini e misurarne gli effetti ad esempio attraverso la creazione di programmi di monitoraggio.

COSA POSSIAMO FARE?

Come abbiamo visto gli studi sui perturbatori endocrini sono ancora in una fase iniziale e probabilmente si impiegheranno anni per ottenere dei risultati certi sugli effetti che tali sostanze hanno sul corpo umano.

Ad oggi si può solo dire che c’è una “ragionevole certezza” che tali sostanze possano interferire con il sistema endocrino umano, anche se gli effetti non sono ancora chiari.

Inoltre, sebbene esistano una serie di opinioni e norme che disciplinano le sostanze “per gruppi omogenei” non ne esiste una specifica che si occupi dei perturbatori endocrini nel loro complesso e che dia indicazioni anche sugli effetti di accumulo possibili quando si è sottoposti all’azione contemporanea di tali sostanze (alcune delle quali peraltro si accumulano nei tessuti e risultano quindi difficilmente smaltibili).

Ciò che pertanto possiamo fare è cercare di ridurre il più possibile l’uso delle sostanze definite a “forte e media preoccupazione” (Cat. 1) nell’attesa che i progressi nel campo della ricerca e in campo normativo chiariscano quali sono i probabili effetti e quali limiti dare all’uso complessivo di tali sostanze.

Ciò è tanto più necessario laddove ad essere esposti sono i bambini, per i quali i quantitativi di elementi chimici “problematici” sopportabili sono certamente inferiori a quelli degli adulti.

La lista in alto può essere d’aiuto a chi volesse identificare la presenza dei peturbatori endocrini nei propri prodotti cosmetici.

In ogni caso nei propri test sui prodotti cosmetici GuidaMamme segnalerà sempre la presenza di tali elementi affinchè possa essere più semplice identificarli.



Vedi anche:

I perturbatori endocrini – cosa sono

I perturbatori endocrini – dove si trovano


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