Pubblicato nel 1894, I pescatori di balene è ambientato nell’Oceano Artico e riflette l’attrazione di Emilio Salgari nei confronti del mare, riscontrabile in molti suoi romanzi.
Il libro narra le vicende dell’equipaggio danese del “Daneborg”, formato appunto da pescatori di balene guidati dal capitano Weimar. Durante l’inseguimento di una balena ferita, il peschereggio uscirà dalla rotta prefissata e finirà col naufragare su gigantesche lastre ghiacciate.
Gli unici superstiti del disastro saranno Hostrup, secondo di bordo, e Koninson, fiociniere. Dispersi in luoghi desolati, i due naufraghi individueranno come unica possibilità di salvezza il raggiungimento delle coste dell’Alaska. Intraprenderanno, così, un ulteriore viaggio verso il punto più estremo degli Stati Uniti.
Ma la nuova impresa sarà altrettanto rischiosa della precedente: troveranno, sul loro cammino, lupi ed orsi affamati dai quali dovranno scappare. Inoltre, dovranno fare i conti con i terribili indiani Tanana, dalle cui brame, a stento usciranno vivi. Il tutto coronato da un clima gelido ed insopportabile.
Una nuova avventura emozionante e a lieto fine, dunque, quella raccontata in queste pagine dall’autore la cui letteratura, ricca di imprese formidabili e complicate, non smette mai di appassionare.