Ebbene sì, Dio c’è!
Vi giuro che se non fossi in treno, mi fermerei, pur correndo il rischio di avvalorare i numerosi luoghi comuni sui gaijin, a scriverlo sopra qualche ponte autostradale giapponese.
Una speciale selezione del mitico - mai questa inflazionata parola fu meglio spesa - manzo nero giapponese faceva bella mostra di sé su un piccolo manifesto situato di fronte al ristorante.
Dopo vari inchini, molte cortesie ed un misto idioma italo-anglo-nipponico, riesco ad intendere che, incredibile ma vero, è un’ulteriore selezione nella selezione.
Ho cominciato con del sashimi di carne cruda, ho continuato con del roast beef, per approdare infine, meraviglia delle meraviglie, ai 250 grammi di puro Paradiso marmorizzato.
Ad ogni boccone un lungo, persistente brivido lungo la schiena.
Sarà la musica classica, saranno i massaggi, sarà la birra, sarà l’insieme di tutte queste leggende metropolitane, ma il manzo Kobe non finisce mai di sorprendermi.
Quando si dice i piaceri della carne.
English
Yes, God exists!
I swear if I weren’t on the train, I would have stopped to write this phrase on some Japanese highway bridge, even at the risk to confirm the many clichés about gaijin.
A special selection of this famous Japanese black beef, was proudly displayed on a small poster located in front of the restaurant.
After several bows, a lot of kindness and a mixed Anglo-Italian-Japanese language, I can understand that, believe it or not, is a selection in the selection.
I started with a raw meat sashimi, I went with the roast beef, to arrive finally, wonder of wonders, to the 250 grams of pure marbleized Paradise.
I had a long, lingering shiver down my spine, at every bite.
Maybe it’s the classical music, maybe the massage, maybe the beer, maybe the ensemble of all these urban legends, but Kobe beef never ceases to amaze me.
When we say the pleasure of the flesh.
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