i Piconi

Da Jo

Buongiorno a tutti!
ogni tanto mi accorgo che si è aggiunto qualcuno alla piccolissima lista di followers.... benvenuti!
Pioviggina... mannaggia, almeno piovesse seriamente, diciamo sino a sabato? perchè non ci sono acquazzoni notturni, quando non danno fastidio a nessuno, e una leggera pioggerella di giorno?
Invece bagna appena appena, ma l'impressione è di essere in autunno inoltrato! (mai contenta, lo so!)
Con un tempo così, sotto a lavorare per i pranzi delle feste.
Per Pasqua ogni regione ha una sua ricetta di dolce o salato che la caratterizza, anzi, a volte sono più di una.
Nella Marche basse, in provincia di Ascoli Piceno, terra che ha dato i natali a mio papà, fanno questa golosità in occasione delle feste pasquali, ma non solo, le cugine di papà preparano anche pizze al pecorino, o fantastiche pizze dolci che sono enormi pandispagna semplicissimi ma buonissimi (che lì accompagnano al salame!), e poi castrato, agnello e capretto.... se solo non ci fossero oltre 500 km di distanza per fare la spesa, queste carni nelle macellerie di Acquasanta T. costano il giusto non come qui da noi, a quotazioni da platino.
Per non parlare delle olive ascolane, quelle che le zie e le cugine di papà preparavano a montagne mentre chiacchieravano nel loro dialetto stretto di cui io non ci capivo nulla ma intanto il mio compito era di rotolarle nel pangrattato, ricordo però che mi bastavano due ore e la mia vena da imitatrice mi portava a parlare quasi come loro (mi avranno preso per una burlona...ma da piccola imparavo alla svelta!)
Adesso, quando capito in paese, faccio scorta di queste olive 'da Concetta', un negozietto di pasta fresca che le prepara artigianalmente come una volta... per davvero! (con invidia penso ai romani che si fanno un ameno viaggetto lungo l'antica via Salaria e possono fare spesso scorte di queste prelibatezze).
Comunque, i piconi sono ravioli salati che hanno per ripieno un impasto di uova e formaggio e che si cuociono al forno.
Sono molto formaggiosi, rispetto alla ricetta di papà, che usava due tipi di pecorino uno dei quali molto saporito, io ne uso solo uno di media stagionatura, altrimenti il ripieno pizzica troppo.
La sfoglia è simile a quella della pasta all'uovo.
Con papà prepararli per Pasqua era un gran lavoro, perchè lui ovviamente li faceva in quantità industriali per noi, i nonni, gli zii e per gli amici.
La ricetta è ancora quella che la mamma aveva trascritto sotto dettatura di zia Laurina, credo in parte rimaneggiata da papà, lui correggeva tutto a modo suo.
Fatevi aiutare da un'amica, lavorare a 4 mani è più semplice e vedrete che il risultato vi ripagherà.
Io, come sempre, sono costretta a lavorare da sola... ma ci sono abituata e le dosi sono per molti piconi, però tenete presente che sono così buoni che uno tira l'altro, che sono un ottimo presente per augurare Buona Pasqua ad amici golosi sottolineando... "questi li ho fatti io!" e che si possono persino congelare per un paio di mesi.
-ricetta-
400 g farina 00
60 g di burro fuso
un goccio di vino bianco
4 uova
per il ripieno:
6 uova
350 g pecorino fresco
250 g parmigiano
pepe nero
Parto dalla pasta, impasto a macchina tutti gli ingredienti per mia comodità, faccio una palla e la lascio riposare prima di tirarla.
Intanto grattugio i formaggi, sbatto con la forchetta le uova in una boule, aggiungo i formaggi e mescolo, macino del pepe nero e ottengo un composto mediamente solido, malleabile, in modo da formare delle palline.
Tiro la sfoglia abbastanza sottile in strisce come per fare dei ravioli, e al centro intervallati metto mucchietti di ripieno, chiudo l'altra metà della sfoglia e sigillo bene i bordi.

Con la rotella dentata taglio tutto intorno e appoggio via via i piconi su placche rivestite di silicone o cartaforno.
Spennello la loro superficie con uovo sbattuto e con le forbici faccio un taglio sul cucuzzolo, pizzicandoli, in modo che il ripieno possa uscire.

Infatti dopo alcuni minuti che sono in forno li vedrete fiorire, dal taglio uscirà un po' di ripieno che si gonfia col calore.
Metto in forno a 180°, uso sempre il ventilato, per 20/25', quando sono dorati sono pronti, molto dipende dal forno e dalle teglie infornate, io sempre 3 alla volta!
Quando sono freddi li conservo in scatole di latta ed è sufficiente intiepidirli appena, prima di portarli in tavola.
Per ora auguri.....ma avrò modo di ripeterli!
Che ci si beve? beh, con le bollicine non si sbaglia mai, però anche una Passerina Doc di Offida, un paesino a pochi chilometri da Acquasanta.... abbinamento regionale, perfetto direi!

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