Oggi voglio dedicare un po’ di spazio ad un altro grande scrittore dei nostri tempi: Ken Follett. Di lui si può parlare positivamente o negativamente ma ciò non toglie un’incontestabile verità e cioè che il mitico Ken è uno dei maghi del romanzo storico moderno. Nella sua infinita produzione letteraria spazia dal ‘900, e in particolare si focalizza sulle due guerre mondiali (anche se ha dato spazio anche a Iran e Afghanistan), fino ad arrivare all’Inghilterra medioevale e vittoriana. Dal thriller più puro e ricco di colpi di scena passa al romanzo storico classico improntato su un gran numero di personaggi e un intreccio complesso.
Mi riferisco soprattutto a un suo ciclo formato da due romanzi: I pilastri della Terra e Mondo senza fine. Entrambi letti parecchi anni fa, mi sono tornati alla memoria grazie alle trasposizioni cinematografiche delle miniserie omonime prodotte da Ridley Scott (Mondo senza fine lo sta trasmettendo in chiaro anche La7 ogni domenica sera).
Caratteristica di questi romanzi è la capacità di Follett di creare una trama intricata, aggiungere sempre personaggi nuovi e mettere sempre carne al fuoco. I personaggi sono tratteggiati semplicemente e ci rimango ben impressi nella testa, la vicenda si arricchisce sempre di particolari e colpi di scena continui (a volte pure troppi!) e la splendida commistione tra finzione e realtà ci permette un bel ripassino di Storia senza annoiarci minimamente, anzi, senza quasi accorgercene. Si tratta quindi di letture leggere, non spaventatevi per la mole di pagine perché scorrono veloci come pattinatori sul ghiaccio (visto che siamo in clima Olimpiadi invernali!) e godetevi la trama sempre appassionante.
Ah, inutile dire che il primo romanzo è notevolmente superiore al seguito che a parer mio è molto meno avvincente.
Fattore positivo: inserimento costante di personaggi femminili forti.
Fattore negativo: happy ending praticamente costante.
Voto: ★★★★✰ (facendo una media tra i due)
♫♪ The secret path – The moon and the nightspirit
I bambini vennero presto per assistere all’impiccagione. Era ancora buio quando i primi tre o quattro uscirono furtivamente dai casolari, silenziosi come gatti nei loro stivali di feltro. Uno strato di neve fresca copriva il paese come una nuova mano di colore e le loro ombre furono le prime a intaccarne la superficie immacolata. Passarono tra le casupole di legno camminando sul fango ghiacciato delle viuzze e raggiunsero la piazza del mercato dove attendeva la forca. I bambini disprezzavano tutto ciò che gli adulti tenevano in considerazione.