Non ho perso la
memoria del tutto. E nemmeno il Furore D’Aver Libri mi ha spinto a metter da
parte Humbert e Lolita, e a ributtarmi su I pilastri della terra di Ken
Follett, che avevo letto l’anno scorso, e di cui ho scritto abbondantemente
anche qui. La mia amica Marzia ha appena finito di leggerlo, e com’è nostro
costume, mi ha fatto avere i suoi commenti su quello che l’ha colpita. Mi è
sembrato così bello che non volevo attaccarlo come semplice commento, con il
rischio che si perdesse con gli altri, per cui ho voluto farne un post.
Ascoltiamo Marzia:
“Ce la fo, con calma
ce la fo”: ho finito la prima lettura tutta-di-seguito di questa specie di
enciclopedia.
Ellen ed Aliena sono
due donne strepitose. La loro forza nasce da esperienze dolorose e tremende.
All’inizio ho
detestato Aliena. Cavolo, tuo padre è in galera, hai perso tutto e tu ti
balocchi a fare la dama del castello?
Svegliati, non ti
basta la violenza subita da quel bastardo schifoso di William
conte-dei-miei-stivali?
Poi è cresciuta,
eccome!
Ho pianto alla morte
improvvisa di Tom, così concreto eppure “visionario” insieme. E ho protestato
con Follett: ma come! Osi far morire così Tom, come ti permetti?
E ho amato Philip,
priore di Kingsbridge. Sì, d’accordo, in un paio di occasioni è un po’ ottuso,
ma nell’insieme è un personaggio stupendo.
Sono andata a
cercare i tuoi post:
“Vite parallele”,
“Fili umani”,
“La protagonistasilenziosa”.
Tutto vero: il libro
è un intreccio complicato ed affascinante di vite, ma mentre leggo l’ultimo
post mi rendo conto di un altro dettaglio.
La cattedrale è la
protagonista silenziosa del libro.
Vero.
Eppure…
Eppure possiamo
“giocare” con questa affermazione e trasformarla: la costruzione della
cattedrale rispecchia le vite dei protagonisti.
Scavi profondi e
muri che s’innalzano.
Crolli e
ricostruzioni.
Alti e bassi.
Siamo noi le
cattedrali.
Possiamo subire
danni, anche gravi, ma poi ricominciamo a costruire.
Sempre.
Magazine Cultura
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