RINGRAZIO MARGA CHE HA MESSO IN VERSI IL PEZZO PERCHE’ COSI’ E’ MOLTO MEGLIO:
L’uomo progressista, generalmente di sinistra,
è l’odierno reazionario passatista,
quello che un tempo si sarebbe definito un retrogrado
ed un oscurantista per il quale
qualsiasi modificazione dell’esistente
diventa la fine del vivente.
Si oppone a tutto perché non capisce niente
ma lo fa con la tipica boria del saccente.
No tav, no nucleare, no petrolio, no inceneritore,
ma sempre sissignore
se posto davanti al padrone, al potere, al banchiere,
eppure si sente tutt’uno col barbiere, il salumiere, il pasticcere.
Almeno finché restano delle categorie astratte di gente
che non pretende niente. Conservatore di spocchia e di arroganza
costui, antimoderno ma modaiolo, è prodigo di conformismi
e schematismi che spaccia per il sale
del convivere sociale, insostenibile nel suo sviluppo sostenibile
è un vero sottosviluppato sul lato razionale
benché si senta geniale, colmo di pregiudizi postmoderni
e politicamente corretti, è sempre pronto a stigmatizzare indignato
gli altrui preconcetti e difetti. Passeggia beato
e consolato la domenica mattina in bicicletta
per non inquinare con i cavalli del suvvettino usato
per il resto della settimana, mangia poco e spesso,
tutto genuino e sano, per non cacare da comune villano.
Ha la pancia piena di cibi biologici e la testa ricolma
sempre degli stessi residui biologici, volgarmente
(nel senso del volgo che dice di amare ma disprezza)
si direbbe si tratti di merda ma essendo lui perbenista,
perbenino e chic radicale quello che normalmente il popolo
chiama letame in bocca a lui diventa coscienza civile essenziale
mentre quest’ultima, quella possibile più che reale,
si riduce a vocabolario intellettuale
e a ridondanza spirituale o meglio spiritistica
che con la sola imposizione delle mani trasforma la piazza
in una terrazza e la palazzina popolare
in una camera con vista sul mare.
Basta rivolgersi all’Inps o a qualche altro ente benefico
controllato dagli amici che sta dismettendo
il patrimonio immobiliare ed il gioco è fatto,
si compra a prezzi di stanzino il quartierino.
Ha i bisognosi nel cuore perché ne ha bisogno
per la carriera popolare ma è legato
da un patto di sangue alle classi dominanti,
ai finanzieri, agli industriali e a tutto il peggio
dell’élite decadente e decadentista che un paese in rovina
come l’Italia può (s)offrire. Porta
la Repubblica sotto il braccio, non quella di Platone
ma quella del plotone di esecuzione morale
che se non la pensi come lui quanto meno sei un maiale,
un ignorante senza anima sociale,
uno che confonde la politica con le puttane
arcoriane e non sa stare all’unico ideale
che vale, quello del salotto aulico ma demenziale,
arredato di pudicizia e di compostezza,
dei vari Fazio, Saviano o Dandini
dove si espongono le mummie e i sarcofagi
di fanfaroni nati già bendati
quali gli Scalfari, i Saviano, gli Eco,
nonchè tutti gli altri Ego ipertrofizzati
di cui abbonda il club degli illuminati
di luce propria che non riflettono su nulla.
Una fabbriceria politico-mediatica
di puttanieri di Stato e del privato,
falsi trocaderi costituzionalisti
che si scandalizzano per il burlesque del Cavaliere
anticostituzionalmente ingrifato,
per le corna al summit globalizzato,
per la battuta verbale sul culone della Merkel,
per il tradimento dei valori della carta fondamentale
che loro sono i primi a calpestare mentre si vendono
al miglior offerente in cambio di denaro,
di fama e di un’aura da santino della demo(nio)crazia
sperando che un giorno questa se li porti tutti via.
Berlusconi li ha sempre terrorizzati
perché in lui rivedevano i propri vizi privati
che il Cavaliere rendeva pubblici,
erano gli unici veramente alla sua altezza
perché quest’ultimo era basso fuori
mentre loro erano bassi dentro.
Se B. trombava loro strombazzavano,
su questa indecenza perché un Capo di governo
non può portare, sotto pagamento, una donna in Casa
ma può farsi comprare dalla Casa Bianca.
C’è la vendita del corpo femminile
e la svendita del corpo nazionale,
lorsignori preferiscono di gran lunga
questo secondo puttaneggiare.
Si vede che la marchetta politica,
televisiva o giornalistica, contro la sovranità nazionale,
al virtuista pare più sobria ed elegante
rispetto al restare in mutande nella propria villa,
circondato da soubrettine e letterine
pagate con moneta sonante
ma dal proprio conto corrente.
Tra il fare e lo spiare c’è di mezzo un mare
di menzogne e di cazzate che solo
il colto di sinistra può pensare.
Ci vorrebbe un Papini in grande spolvero
per descrivere perfettamente l’imbecillità
evoluta di questo ceto semicolto,
seminato e colto dai prepotenti internazionali
per fare dell’Italia un lupanare.
Sono loro i responsabili di questa ecatombe
che sta trasformando la penisola in una distesa di bare,
mentre si continuano a fare le sedute spiritiche per risollevare
l’economia nazionale. Per questo più che di poteri forti
bisognerebbe parlare di poteri morti
che è anche sinonimo di poteri Monti.
Seppellendo loro rinascerà l’Italia.