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I precari di avvocati e dentisti...

Da Brunougolini
“Apprendo esterrefatto dal Sole 24 Ore dell'aumento di 87,50 euro per i dipendenti degli studi professionali”. Così iniziava nei giorni scorsi una lettera pubblicata dal quotidiano della Confindustria. L’autore era un tributarista con un dipendente e circa 30 aziende da curare, ma con parcelle in ritardo per via della crisi. E che spiegava come i dipendenti abbiano avuto solo diritti e non doveri. Per cui annunciava di voler cercare solo collaboratori con partita Iva. Rispondeva la dipendente di uno studio commercialista costretta, a differenza del datore di lavoro, a dover attenersi a un orario di lavoro ogni giorno, a chiedere ogni volta un permesso per una visita medica. Se il tributarista, aggiungeva, “vuole avere il Tfr, le ferie retribuite, si faccia assumere come dipendente e non faccia il libero professionista. Se 87,50 euro son tanti e non riesce a mantenere il suo dipendente, ne faccia a meno e si faccia da solo le pratiche…”.
Uno scambio di opinioni ospitato sul sito www.tutelareilavori.it a cura di Aldo Amoretti.L’episodio cade proprio nel bel mezzo della discussione sul nuovo contratto conquistato (non ancora in via definitiva) dai lavoratori degli studi professionali e attorno a un’affermazione di Susanna Camusso a proposito di chi, nella Cgil, ha trascorso troppo tempo a rivendicare l’abolizione della legge 30 moltiplicatrice di precarietà, lasciando perdere i percorsi contrattuali. Proprio la vicenda degli studi professionali (ma non è il solo caso) dimostra che si possono ottenere risultati parziali ma importanti.
Trattasi di dipendenti di studi notarili, avvocati, dentisti, ingegneri, architetti, laboratori di analisi, ma anche consulenti del lavoro, psicologi, pediatri, dottori agronomi e veterinari. Il nuovo contratto coinvolge anche i precari del settore. “Un mondo di giovani ragazze e ragazzi” - “ afferma Franco Martini segretario generale della Filcams- Cgil – “troverà nel nuovo contratto maggiori opportunità di crescita e valorizzazione professionale, nonché di tutele contrattuali e di rappresentanza sindacale”. L’intesa in particolare dovrebbe coinvolgere i circa 400mila collaboratori parasubordinati, le partite Iva e i praticanti. Un’apposita commissione stabilirà, ad esempio, il rimborso spese obbligatorio per i praticanti.
Un passo avanti che potrebbe aiutare il confronto nella Cgil. Uno studioso come Sergio Bologna ha scritto sul “Manifesto”, a proposito delle riflessioni di Susanna Camusso: “Si smette finalmente di dire ‘no al precariato’ o di promettere un suo superamento e si comincia a immaginare di inserire una parte dei precari nel sistema della contrattazione…”. E prosegue: “Proprio ora che il contratto nazionale viene in sostanza superato? potrebbe dire qualcuno. Purché si cominci a fare qualcosa, dico io, a sperimentare forme nuove di contrattazione, per mal che vada si farà emergere la realtà nascosta o taciuta”.

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