L'ARU ci riprova
Dopo il disastroso tentativo dell'ARC nel 2007, la federazione australiana prova a reintrodurre una competizione regionale tra il Superugby ed i campionati minori.Il National Rugby Championship vedrà la luce nel 2014 e si giocherà, come la ITM Cup e la Currie Cup dalla fine del campionato di Superugby e darà spazio alle seconde linee mentre i giocatori della nazionale saranno impegnati nel Rugby Championship.
Per ora i dettagli sono pochini, l'ARU ha aperto le iscrizioni a club singoli o a squadre formate ex-novo o dall'unione di club esistenti. Alla fine di febbraio verranno annunciate le squadre ammesse, che saranno tra 8 e 10 e molto probabilmente proverranno oltre che dalle città già presenti nel Superugby anche da Adelaide.
I fattori che determineranno il successo di questo tentativo sono a mio parere principalmente due: la compatibilità con Shute Shield, Queensland Rugby e, in forma minore, Dewar Shield e la capacità di mantenere le aspettative basse.
Nel primo caso il rischio è quello di creare, come nel 2007, una serie di squadre senz'anima incapaci di far presa sul pubblico, scarso, locale. Se l'NRC, che molto probabilmente prenderà un nome commerciale, saprà convivere con i tornei locali ed amalgamare i club storici di Sydney e Brisbane, allora potrà godere di un certo successo. Se invece andrà al confronto con essi, rischierà di perdere ogni possibilità di successo.
Il secondo fattore, quello di saper gestire le aspettative, in termine di successo di pubblico e di visibilità è fondamentale per l'ARU. I nomi di maggior richiamo non parteciperanno all'NRC e gli spettatori saranno molto probabilmente distratti dagli altri sport, che in quel periodo vivranno il loro momento cruciale. Sarà quindi inutile confrontare l'NRC con ITM o Currie Cup: entrambe hanno giocatori di livello molto alto, godono di un pubblico affamato di solo rugby, senza la competizione del league o dell'aussie rules ed hanno fondato il proprio successo su anni e anni di tradizione.