I primi esseri umani su Marte: più agricoltori che astronauti

Creato il 13 maggio 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Credit: Pat Rawlings/NASA

Essere un esperto agricoltore sarà un requisito fondamentale per essere scelto tra i primi coloni inviati su Marte: gli astronauti dovranno imparare a coltivare e a lavorare con impegno per avere una fonte di sostegno alla vita.

"Fino a diverse centinaia di anni fa questa attività occupava la maggior parte di noi e per la maggior parte del tempo", sottolinea Penelope Boston del New Mexico Institute of Mining and Technology.

I primi uomini su Marte dovranno entrare nuovamente in quest'ottica, se vorranno sopravvivere.

La NASA, ormai da diverso tempo, è seriamente impegnata nella ricerca per riuscire a coltivare nello spazio e su Marte, soprattutto in vista di una prima missione umana nel 2030. Alcuni funzionari dell'Agenzia Spaziale Americana si chiedono se questa prima visita al Pianeta Rosso, non debba essere una lunga permanenza piuttosto che un breve soggiorno.

Coltivare su Marte, presenterebbe diverse sfide significative: mentre gli esperimenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale suggeriscono che alcune piante riescono a crescere in condizioni di microgravità, gli scienziati non sanno come la ridotta gravità marziana possa influenzare le colture terrestri.
La superficie di Marte riceve anche meno luce rispetto alla Terra (circa la metà), che sarà ulteriormente bloccata da qualsiasi serra o struttura pressurizzata. Quindi, probabilmente, sarà necessaria una luce supplementare, che richiederà altra energia.

"In termini di sistemi ingegneristici richiesti, non è una sfida insignificante", spiega D. Marshall Porterfield, direttore del NASA Human Exploration and Operations Mission Directorate.

Per aumentare l'efficienza e il rispermio energetico, la NASA sta valutando particolari illuminazioni a led per fornire alle piante solo le lunghezze d'onda necessarie.
I ricercatori stanno anche studiando se le piante possono sopravvivere a pressioni atmosferiche inferiori rispetto a quelle terrestri, perché più pressione sarà necessaria all'interno della serra e più massiccia questa dovrà essere.

Gli agricoltori marziani dovranno affrontare anche il problema radiazioni: le particelle cariche provenienti dallo spazio non trovano infatti sul Pianeta Rosso uno scudo significativo e, raggiungendo la superficie, potrebbero essere dannose sia per l'equipaggio che per le coltivazioni.

La struttura necessaria per creare un habitat adatto alla fine, potrebbe avere costi maggiori che inviare semplicemente da Terra rifornimenti di cibo.

Però, nonostante le difficoltà, gli scienziati sono convinti che l'obiettivo sarà raggiunto:

"Ogni grande migrazione nella storia è accaduta perché abbiamo portato la nostra agricoltura con noi", ha detto Robert Ferl, direttore dell'Interdisciplinary Center for Biotechnology Research all'Università della Florida.


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