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I principi dell’Aikido (4° post di 5)

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 4 dicembre 2012  Autore: Stefano Bresciani

I principi dell’Aikido (4° post di 5)Siamo giunti al quarto principio chiave dell’Aikido, oserei dire di qualsiasi arte non solo marziale: il DIVERTIMENTO. Suvvia, non serve prendere le cose troppo seriamente - con impegno e determinazione certo - ma se sono troppo serie rischiano di diventare una vera rottura di cosìdette… e di certo avremmo smesso da tempo la disciplina tanto amata… non sei d’accordo?

Indipendentemente dal fatto che tu pratichi Aikido, Karatedo o Iaido, golf oppure briscolone, se non giochi, se non sorridi, se non senti l’entusiasmo scorrere lungo le vene, se non provi allegria e gioia per quello che fai, se ti pesa stare con gli altri… la tua passione tramuterebbe velocemente in noia, stress, perdita di tempo.

Personalmente credo molto in questo principio, altrimenti non sarei qui a divertirmi con l’arte della scrittura web. Ricordo come fosse ieri una frase di mia zia Maria, gran donna che non sa quasi nulla e non ha mai visto nulla di ciò che faccio, tantomeno da quando pratico e insegno Aikido. La zia Maria, dopo aver visitato per la prima volta la mia dimora e visto la stanza coi giochi di mia figlia,  varcò per ultima la porta del “bonsai dojo”, il piccolo spazio che ho ricavato in cantina, e disse “invece qui è dove giochi tu, vero Stefano?” Ascoltai quelle toccanti parole e negli ultimi due anni da quando salgo sul tatami semplicemente gioco… mi viene così naturale!

Più pratico più scopro il vero senso di tanta passione nel fare una determinata cosa, nel muovermi, confrontarmi, cadere e rialzarmi, per me è importante praticare per la gioia del gioco, del semplice ma profondo alternarsi di emozioni, sguardi, attimi di concentrazione che nascono dal desiderio di fare del mio meglio in quel preciso istante, di dare tutto me stesso nel reciproco scambio di esperienze col partner di turno, di fargli godere della mia presenza in quel determinato luogo e momento. L’essenza dell’arte, marziale, artistica olistica o di altra natura, la trovo negli occhi di mia figlia quando cerca di disegnare un pesce o fare una torre con i lego, quando si cimenta nelle capriole o tenta di soffiarsi il nasino da sola… lo fa guidata da poche elementari regole ma con tutta la sua creatività, con il suo sguardo divertito unito a una grande concentrazione che le permettono di esprimere il meglio di sé nel “lì e ora”. Si diverte con qualsiasi cosa (a parte prendere le medicine!) e mi sta insegnando tutt’ora moltissimo, dall’alto dei suoi 3 anni…

Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé. (Pablo Neruda)

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