Il percorso nei meandri dei problemi da risolvere continua. Questa volta ho il piacere di farlo insieme ad Alessandro Arbocò, waterpolo-blogger, che con il suo "Posizione 1" non manca mai di comunicarci interessanti punti di vista che vi invito a condividere.
1. Ciao Alessandro, vorresti introdurre te stesso?
Introduce yourself, cantavano i Faith No More. Il mio nome è Alessandro Arbocò, ho 45 anni, sono nato e vivo a Recco (seguilo su twitter). Faccio parte di quella generazione che non ha fatto a tempo a vedere i Magnifici Sette che hanno creato la leggenda della Pro Recco, ma che di quel periodo ha ereditato l'entusiasmo e la passione per uno sport bellissimo. Parlo di pallanuoto (e talvolta di altro) sul mio blog Posizione 1, collaboro col sito 1x2 Pallanuoto e col quotidiano online La Voce d'Italia. A parte la pallanuoto (e lo sport in generale) sono da sempre appassionato di musica rock e metal e mi diletto di fotografia e informatica.
2. Nel mio blog sto parlando dei problemi della pallanuoto Italiana. Nonostante il nostro passato e il nostro presente (siamo Campioni del Mondo e vice campioni Olimpici) non siamo in grado di conquistare il pubblico che non ci conosce, le società hanno sempre problemi economici e difettano in organizzazione. Qual è il tuo punto di vista?
Il movimento pallanuotistico italiano soffre della sindrome di Calimero: siamo piccoli e neri e non ci vuole nessuno. Conseguentemente ci piace molto piangerci addosso e però tendiamo a boicottare ogni occasione di crescita, come se avessimo paura di uscire dalla nostra nicchia e perdere quella dimensione spesso in stile Bagni Mariuccia che, ahimè, caratterizza il nostro orticello. Di certo il palmarès non è determinante per la popolarità di uno sport, se così fosse in Italia dovremmo essere tutti schermidori, altrettanto certo è che non sappiamo capitalizzare le nostre vittorie. Il nostro sport ha dei limiti oggettivi che ne frenano la diffusione, vincolato com'è alla presenza di impianti adeguati, non surrogabili e dalla gestione onerosa, ma Federazione e società ci mettono del loro (vedi ad esempio la scelta delle dirette televisive, la gestione della Coppa Italia, l'aspetto del piano vasca delle piscine, la promozione degli eventi). Soprattutto, il senso di collaborazione è ridotto al lumicino, come dimostrano i ripetuti fallimenti del progetto Lega Pallanuoto.
3. Quali sono i problemi su cui metteresti le mani se potessi? Quali soluzioni adotteresti?
Sono da anni un convinto sostenitore della necessità di una Federazione indipendente. Alla FIN fanno capo troppe discipline perché ci si possa occupare degnamente di tutte, e la pallanuoto nonostante sia la provenienza di diversi dirigenti federali non è mai sembrata in cima alle priorità. E del resto non sarà un caso che le nazioni di vertice (Croazia, Serbia, Ungheria in rigoroso ordine alfabetico) abbiano federazioni separate per nuoto e pallanuoto. Ma è necessaria la volontà di tutte le parti in causa, e la FIN da questo orecchio sembra proprio non sentirci. In secondo luogo, un profondo riassetto del sistema: ripensare l'organizzazione dei campionati di ogni categoria secondo una logica che sia sostenibile ma efficace. Il risparmio col solo fine del risparmio produce orrori come gli incontri di Coppa Italia alle 9 del mattino davanti a 14 persone. E magari rendere obbligatoria la partecipazione ad almeno due categorie giovanili, non più solo una. Poi ci sarebbero tante altre cose, ma credo che si dovrebbe partire da queste.
4. Vorresti introdurre il tuo sito e darci un buon motivo per seguirlo?
Posizione 1 è un blog che non nasce con fini strettamente pallanuotistici. In origine voleva essere un luogo ove raccogliere varie cose scritte qua e là per il web negli anni passati; la maggior parte di queste cose arrivava però dal blog che tenevo sul sito www.vecchiaguardia.it, di conseguenza una volta suddivisi gli argomenti la pallanuoto occupava da sola più spazio che tutte le altre categorie messe insieme, e ha finito per condizionarne nome e impostazione grafica e, diciamo così, "editoriale". E' uno spazio nel quale scrivo senza alcuna periodicità fissa, dipende solo dalla presenza di cose su cui sento di avere un'opinione da esprimere: il lettore può trovare cinque post in una settimana, o magari mesi di silenzio assoluto. Non ho pretesa di imparzialità, tutt'altro, e lo metto in chiaro fin dall'inizio; tengo molto alla mia indipendenza di giudizio anche quando magari non va nella stessa direzione della mia fede sportiva, e sono aperto al confronto. Parafrasando un celebre film, il contenuto del mio blog è un’opinione, non la verità assoluta. Se vi interessa la verità, l'aula di filosofia del professor Tyre è in fondo al corridoio (cit. "Indiana Jones e l'ultima crociata").
5. Spreading Waterpolo: idee che ti sono piaciute e idee su cui non ti trovi d’accordo.
Seguo da tempo Spreading Waterpolo, e talvolta sono intervenuto nelle discussioni che si sviluppano (ecco una cosa che ti invidio moltissimo!). L'idea che più mi piace è quella che sta alla base del sito: promuovere la pallanuoto e stimolare il dibattito, un laboratorio in cui elaborare soluzioni e proposte. In quest'ottica trovo ottimo il tuo invito a "presidiare" il web per ampliare il più possibile gli spazi dedicati al nostro sport. Idee che non mi sono piaciute? Uhm...quella della pallanuoto a Natale, perché temo sia una cosa più adatta a discipline già affermate, e comunque per noi già fuori tempo massimo rispetto al solito onnivoro calcio (già Sky da un paio di anni spinge da par suo l'evento del Boxing Day inglese, e in Italia ci è già arrivata la Serie B che quest'anno giocherà proprio in quelle date).
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