La spirale negativa in cui è entrato il Villarreal è evidente, e basta leggere qualche dato per averne la certezza. Non è tanto il fatto di aver perso a Getafe, contro la squadra di Liga che da più tempo non era in grado di vincere (ovvero dal 18 ottobre, quando il Sottomarino giallo era a -2 dalla vetta, oggi è a -12). Preoccupa più il fatto che sia la squadra che meno tira in porta di tutta la Primera División, o che nelle ultime sette giornate (su tredici disputate, ovvero più della metà) sia la peggior squadra di Liga assieme al Las Palmas, entrambe hanno raccolto solo cinque punti in questo mese e mezzo. Preoccupano certamente anche gli infortuni, ma soprattutto preoccupa la mole di gioco espressa, mai così scarsa nell'intera era Marcelino.
Anche se da quando ha le redini del club il tecnico asturiano ha abituato il popolo groguet a una certa alternanza di strisce di risultati con questa sequenza: ottimo avvio, flessione autunnale, ripresa invernale e calo primaverile. Nel 2013/14 dopo sei turni il suo Villarreal neo-promosso veleggiava in quarta posizione, arrivò alle ferie natalizie con un solo successo nell'ultimo mese e mezzo, a inizio febbraio si riprese per la lotta Champions League, salvo poi racimolare appena tre vittorie nei successivi quattordici incontri di campionato e chiudere a -11 dal quarto posto. L'anno scorso arrivò all'ottava giornata con quattro trionfi, due pareggi e due inevitabili sconfitte contro Real Madrid e Barcellona, ma dopo altre due sconfitte consecutive e il pareggio subito nel recupero contro l'Espanyol la squadra parve ripiombare negli abissi della disperazione. Poi a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno il Submarino amarillo fece registrare un'incredibile serie di record quali i diciotto risultati utili consecutivi, le ventotto gare consecutive in rete e i 618 minuti d'imbattibilità interna in Liga, per poi chiudere con una serie opposta di undici gare senza vittoria e -17 dalla quarta piazza.
In termini di risultati il calo attuale non dovrebbe preoccupare più di tanto, ma a differenza degli altri anni ci sono evidenti problemi tattici. Come si è già spiegato, quest'anno il Villarreal ha rinnovato completamente il pacchetto offensivo, ovvero i quattro attaccanti e i quattro centrocampisti esterni sono stati tutti cambiati in sede di calciomercato nella sessione estiva. In realtà però, più che un problema di amalgama e di adattamento i grattacapi di Marcelino paiono essere più che altro di natura prettamente tattica. Il suo giocattolo dell'anno scorso era una squadra tremendamente verticale che trovava più facilmente il gol in transizione offensiva, recuperando palla e sfruttando la progressione palla al piede di Chéryshev, un giocatore molto veloce e molto verticale in grado di spaccare le partite con la sua dirompenza nei ribaltamenti di fronte. Non a caso quando si trattava di costruire il gioco dalle retrovie il Villarreal mostrava molti difetti e risolveva le gare con giocate dei singoli o perdeva punti per strada.
Adesso questo dettame tattico non può essere ricalcato perché tra i giocatori che dovrebbero sostituire il russo non ce n'è nessuno con quelle caratteristiche. Castillejo è un centrocampista che ama ricevere palla sul piede, puntare l'uomo e rientrare verso l'interno per tentare il tiro o scaricare la palla. Ma con la difesa avversaria schierata e rarissime opportunità di uno contro uno questo tipo di giocata non è efficace. Lo stesso Denis Suárez preferisce la palla sui piedi, anche se il suo gioco varia dal passaggio nello stretto al cercare la linea di fondo, dal tentare l'incursione in area di rigore alla semplice pausa di gioco, questo tipo di giocate non sono funzionali alla squadra. Per il semplice motivo che come Castillejo non dà profondità alla manovra, mentre le sue invenzioni per i compagni non sono supportate.
La continua mancanza di attaccanti continuamente colpiti da infortuni di certo non ha aiutato. Ma il problema di base è che il suo stile di gioco sarebbe funzionale a giocatori che amano attaccare gli spazi in profondità, come potrebbe essere Bakambu ad esempio. Ma nelle ultime settimane sia Denis Suárez che Nahuel Leiva sono stati costretti a giocare seconde punte e non sempre esterni di centrocampo, e l'unico attaccante sempre presente, ovvero Soldado, non può attaccare gli spazi perché è costretto a rimanere basso per coprire i palloni e far salire la squadra. Non avendo giocatori verticali i contropiedi del Villarreal devono svilupparsi grazie al suo lavoro di raccordo tra le due transizioni tattiche. In questo senso il lavoro di Soldado è sublime: permette di difendere palloni ingiocabili per trasformarli in nuove azioni di gioco, e la sua eccezionale intelligenza tattica gli permette di smistare il gioco offensivo con la lucidità di un trequartista. Ma questo è un tipo di calcio che il Villarreal non ha mai giocato fino ad oggi, e che sembra fruttare molto quando ci sono centrocampisti che amano inserirsi come Nahuel Leiva e Samu García, e quasi per niente quando figurano due giocatori tecnicamente più affidabili come Castillejo e Denis Suárez. E soprattutto questo ruolo di "fonte di gioco" più arretrata toglie Soldado, ovvero l'unico attaccante a servizio completo, dall'area di rigore portando spesso e volentieri al tiro giocatori che non hanno la sua stessa freddezza sotto porta.
Affinché il Villarreal si possa rialzare serviranno innanzitutto un pieno reintegro dei giocatori dall'infermeria (a tal proposito Mario Gaspar tornerà non prima del nuovo anno, il suo infortunio col Getafe è una lesione muscolare di II grado all'adduttore sinistro), perché maggiore qualità permette sempre di avere più potenzialità in mezzo al campo, ma anche un duro lavoro in allenamento per poter trovare uno stile di gioco funzionale ai giocatori che Marcelino ha a sua disposizione. L'obiettivo zona Europa League resta prioritario per dare continuità a questo progetto, soprattutto adesso dopo il rinnovo del contratto dell'allenatore per il prossimo triennio.
I problemi tattici del Villarreal orfano di Chéryshev ultima modifica: da