Quella croce sul cancello di casa Calì è un segnale fin troppo chiaro, la collusione mafiosa si palesa in quella molotov.
L’editore Ottavio Navarra commenta così il gravissimo atto intimidatorio:
“Un grave atto intimidatorio ha colpito l’abitazione e l’autovettura di Alessandro Calì, ex presidente dell’ordine degli Ingegneri di Palermo e autore del nostro ‘disOrdini’ il libro inchiesta sugli ordini professionali e sulle connivenze con le organizzazioni criminali.
Esprimo ad Alessandro tutta la nostra solidarietà e, insieme a lui, a quanti si stanno battendo, come i ragazzi di Addio Pizzo, perchè sia sollevato il coperchio sulle collusioni tra professionisti ed organizzazioni mafiose.
Siamo grati ad Ivan Lo Bello e a Confindustria Sicilia di avere accettato, prima ancora che questo atto di sciacallaggio venisse compiuto, di presentare il libro l’11 marzo presso la propria sede, confermando che lo schieramento che, ogni giorno, si batte contro la mafia è ampio e radicato.
Auspico che ci sia una adeguata e forte reazione a questo che si configura essere un atto per impaurire e per fermare un processo di rinnovamento.
Chiunque abbia compiuto questo atto vergognoso sappia che siamo in tanti a condividere e sostenere queste battaglie e che sicuramente non piegheranno il nostro bisogno di cambiamento e di innovazione”.
La nota stampa della casa editrice aggiunge: “L’episodio, avvenuto domenica scorsa e coperto fino a ieri dal riserbo, è stato diffuso solo ieri da un numero esiguo di testate e ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna dichiarazione dagli Ordini Professionali siciliani”.
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Scritto da Pupi il 14 marzo 2011 alle 12:56 | Sguardo dal sud. Segui i commenti con il feed RSS 2.0 Qui trovi tutti gli articoli di Pupi You can leave a comment, or trackback from your own site.