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I profughi di Calabria

Creato il 02 aprile 2011 da Spaziokultura
La stretta attualità italiana ci dice di migliaia di profughi che continuano a sbarcare a Lampedusa. Un problema che il nostro Presidente del Consiglio ha definito "tsunami", nel senso che sta assumendo le dimensioni di una catastrofe e che rischia di durare a lungo se non vengono attuate politiche di controllo a partire dalle loro terre d'origine. Intanto i media e i politici cercano di spiegarci che il problema non sono tanto i profughi, cioè coloro che cercano scampo da Paesi in guerra come la Libia, quanto i clandestini che stanno raggiungendo le nostre coste dalla Tunisia, dall'Eritrea, dalla Somalia, e per i quali non è riconosciuto lo status di profugo. Le leggi internazionali a tal proposito parlano chiaro: devono essere rimpatriati ed è quello che farà il governo italiano. In tal senso bisogna però dire che l'Italia è isolata in Europa visto che un poco tutti gli altri paesi stanno viceversa facendo la politica del "vedetevela voi". Sembra quasi che si voglia far passare l'idea che è un problema italiano punto e basta, quando invece questi clandestini hanno come loro mete altri paesi come la Francia. Noi calabresi, che abbiamo avuto già a che fare con tali problematiche, per il momento abbiamo dato la disponibilità attarverso il Governatore Scopelliti ad accogliere 1800 profughi e ad ospitarli nelle caserme e negli ospedali dismessi. Non è cosa di poco conto se si pensa che alcuni politici li vorrebbero "fuori dalle palle". La Calabria terra di conquista e di emigrazione ha nel proprio Dna l'accoglienza e la solidarietà. Si pensi per esempio a cittadine come Badolato o Riace che sono presentate in "Il volo", il cortometraggio realizzato da Wim Wenders, come simboli di pluralismo culturale e di accoglienza. Anche in questa circostanza, che vede molti dissapori politici scontrarsi con la volontà di alcune regioni di ospitare queste persone, i calabresi si stanno dimostrando primi in classifica in quanto a disponibilità. Potrà sembrare anormale per chi dichiara di "sparare a vista" contro questi poveretti, ma semplicemente parlando ti accorgi che noi siamo solidali e mai ostili. Stamane per esempio in una discussione a tal proposito con un  mio amico guardavallese sono rimasto piacevolmente sorpreso quando mi ha detto " magari arrivassero in massa questi profughi, darebbero una mano ai nostri paesi per il ripopolamento e anche per creare indotti economici che tanto servono." L'ho ascoltato per cercare di andare oltre le sue parole e capire le sue reali motivazioni. Saranno di natura sociale o di natura economica,  mi sono chiesto dopo. La risposta la trovo solo adesso: è istinto, è volontà di solidarizzare con chi in realtà vive condizioni molto simili alle nostre e con i quali dunque si potrebbe fare un pezzo di strada insieme.

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