Allez le blues! I Puffi sbarcano a Parigi snocciolando una morale condivisibile
Non cambia la formula, tuttavia gli “strani ometti blu, che son alti due mele o poco più” continuano ad appassionare, mantenendo un target settoriale e facilmente riconoscibile.
Alla fine del primo film Gargamella è rimasto intrappolato nel mondo reale e ha sfruttato la sua magia per diventare famoso e oggetto di divismo incondizionato. Ma l’obiettivo del sempre più spietato Gargamella è sempre lo stesso: rapire i Puffi, estrarre da loro la portentosa sostanza blu e conquistare il mondo. A tale scopo crea due Puffi grigi, che educa a essere monelli e che rapiscono Puffetta per costringerla a rivelare il segreto della formula di Grande Puffo.
Nuova avventura, nuova città. Difatti, se precedentemente il buco spazio-temporale aveva catapultato Grande Puffo e compagnia a New York, stavolta per salvare Puffetta gli esseri blu, creati da Pejo, sbarcano a Parigi. E questa pellicola è meno avventura e più prodotto di formazione, che indaga l’importanza della famiglia e dell’amicizia su due binari paralleli. Difatti, se da una parte osserviamo la famiglia Winslow (la stessa del primo episodio, con figlio al seguito) che palesa evidenti problematiche di interazione (causate dal patrigno di Victor, un esuberante e invadente anziano in cerca di affetto), dall’altra parte c’è la famiglia allargata dei Puffi, alle prese con la difficoltosa integrazione di Puffetta (creazione di Gargamella con lo scopo di infiltrarsi nei Puffi per successivamente rapirli ed estrargli la “linfa blu”). Ed è proprio sul personaggio femminile che si incentra l’intera pellicola: racconta la sua storia (dalla creazione “in pentolone” alla successiva trasformazione “blu” da parte di Grande Puffo) e indaga i suoi dubbi sull’accettazione da parte della comune “blu”. Ed è qui che si fa la conoscenza dei Monelli (Pestifera e Frullo), “esseri” grigi dispettosi, ma decisamente dolci e affettuosi.
Il target è selezionato (quello dei più piccoli), eppure I Puffi 2 è un prodotto godibile e leggero al punto giusto, che trasmette un messaggio moralmente condivisibile e di sicuro richiamo. E, sfruttando il mix vincente di realtà cinematografica e computer grafica, riesce ad appassionare e ad accompagnare per più di 90 minuti pubblico e genitori al seguito. Difatti i piccoli protagonisti, che vengono chiamati con il loro tratto caratteriale distintivo, sono un prodotto che abbraccia diverse generazioni, che hanno imparato (da tv o fumetti) a conoscerli e ad amarli. E la nuova avventura non ripropone gli stessi protagonisti della precedente, anzi si compone di un nuovo arrivo (Vanitoso), di qualche carattere nuovo di zecca e umoristico (Passivo-Aggressivo) e di una visione del mondo diversa da parte di un personaggio storico (Brontolone si rende conto della sua negatività e cerca di divenire Positivo). Nonostante tutto ciò I Puffi 2 è un film che segue fedelmente il percorso del primo episodio ed è frutto di una struttura cinematografica (la commedia per famiglie) che non permette rivoluzioni o cambi di stile. Tuttavia il secondo capitolo diretto da Raja Gosnell, convince più del primo e mette in mostra divertenti siparietti, diverse gag slapstick da manuale e un mondo che fonde abilmente magico e reale. E le risate dei bambini in sala aiutano la visione.
Uscita al cinema: 19 settembre 2013
Voto: ***
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