Magazine Diario personale

I Punti Fondamentali del Fantasy (?)

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

In questi giorni in cui il fantasy classico, quello con ambientazione medioevale 1 per intenderci, sta vivendo un momento florido, non posso che ripensare a quando ero un adolescente e leggevo quasi esclusivamente quel genere. Ovviamente oltre ai classici, pescavo anche tra quelli usciti dalle ambientazioni di D&D, come le saghe di Salvatore, per fare un esempio. Ovvio che quando si è molto giovani, si possa venire influenzati dal genere che si legge, forse complice per l’interesse stesso per i giochi di ruolo, e si abbia voglia di scrivere qualcosa di quel tipo.

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Oggi come oggi, passato quasi un decennio dall’uscita dei film di Jackson su Il Signore degli Anelli, il pubblico viene colpito da un altro tipo di fantasy con ambientazione medioevale, e cioè Il Trono di Spade. La serie sta spopolando, portando tematiche e toni decisamente diversi rispetto al lavoro di Tolkien, ma soprattutto a quelli di Terry Brooks, Salvatore o per dire della serie di Dragonlance. Un prodotto più per adulti, se vogliamo più realistico rispetto a come può funzionare una guerra del tipo che viene descritta, a colpi di assassinii, stupri, mutilazioni, torture e colpi bassi. Niente realtà edulcorate per non turbare il pubblico, bensì la crudeltà dell’essere umano in tutte le forme che può esprimere in tempi di guerra.

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Anche se viene messo nello stesso calderone con il genere di cui parlavo all’inizio, i lavori di Martin e mi viene da citare anche Turtledove mentre ci siamo, non sono la stessa cosa né lo stesso filone. Al che uno potrebbe dirmi: «Bella scoperta!», ma non sempre ciò è così scontato e ovvio.
Cosa distingueva in primis il fantasy alla D&D da quello di Martin o di Turtledove? Essenzialmente potremmo stilare questi punti, e vi invito ad aggiungerne se ne dimentico alcuni.

Le Razze

Le razze non si limitano al colore della pelle o a tratti somatici differenti, bensì pescano a man bassa nel folklore, portando a società multirazziali fatte di nani, elfi, orchi, goblin e quant’altro si possa trovare nelle leggende. Quindi bene o male tutti usavano gli elfi, provando a cambiargli nome ma elfi erano e basta.

Qui tocchiamo proprio i minimo storici di decenza

Qui tocchiamo proprio i minimo storici di decenza

La Quest

La quest, anche questa pescata dalle vecchie ballate o già dai racconti pre- De Troyes, è un punto fondamentale. Gli eroi devono partire a cercare qualcosa per qualcuno, o hanno la missione di arrivare in un certo luogo per eseguire un compito affidatogli. Questo era anche il mezzo più abusato per far iniziare una qualsivoglia avventura di D&D.

L’Eletto

Eletto, prescelto, chiamatelo come vi pare. C’è sempre qualcuno che viene designato per portare a termine un compito e salvare il mondo intero da qualche minaccia. E lo può fare solo se certe condizioni lo hanno definito come destinatario di questa missione. Di solito si scopre che anche se è di apparenti umili origini, in realtà è figlio di un re. Certo che la cosa funzionò in altre storie, per cui fa presa tuttora. E se nel caso qualcuno si chiedesse: «A chi può interessare la storia del figlio di un artigiano?», la risposta potrebbe essere che due bestsellers da secoli, sono su figli di falegname, anche se uno alla fine era di famiglia reale decaduta.

La Profezia

Sta alla base del punto precedente. Qualcuno ha predetto che l’Eletto sconfiggerà il Signore del Male (punto successivo). Ovvio che si avvererà, nonostante il fallimento arrivi quasi a compiersi. Però non dubitate, la Profezia non fallisce mai.

Il Signore Oscuro

Ci vuole un cattivo che si sveglia alla mattina e decide di dominare il mondo. Il più delle volte lo vuole distruggere. Non ne riesco ad afferrare il senso, eppure c’è sempre qualcuno, esso sia un demone o una strega malvagia, che devono radere al suolo la popolazione, le città e il resto. E poi, che diamine fanno?

Il Vecchio Mentore

Appare sempre. Tutti ne hanno uno. Da Merlino a Obi Wan Kenobi, da Gandalf ad Allannon, prima di partire per la quest appare ‘sto tizio che te l’appioppa a piene mani, perché sei L’Eletto che deve compiere La Profezia. Spesso muore in malo modo, prima di finire l’addestramento del giovane, oppure viene semplicemente allontanato, cosicché il tizio possa dimostrare di cavarsela da solo. Se non fosse per la base de La Profezia, vien da chiedersi perché non la compia lui ‘sta missione, visto che è così furbo.

Il Vecchio Mentore e... no, non è L'Eletto!

Il Vecchio Mentore e… no, non è L’Eletto!

La Bella di Turno

Qui mi chiedo se possa essere colpa del sopracitato De Troyes e della sua bella idea dell’amor cortese 2, però sempre e comunque compare o deve essere portata in salvo. Di solito fa parte de La Quest affidata da un re, circondato da mille migliaia di potenti cavalieri, ma nessuno che abbia voglia di farlo per lui. Ci si manda di solito lo sguattero che si rivelerà essere L’Eletto.

La Macchietta

Elemento distensivo per alleggerire i toni, nella compagnia in viaggio per La Quest, entra a far parte il buffone di turno, che se pur valido nel momento giusto, non manca di far ridere tutti. Di solit è sovrappeso o basso di statura, o entrambi. Grasse risate.

La Magia e le Creature Fantastiche

Magia e creature fantastiche sono la linfa vitale di un certo tipo di fantasy. Senza magia, che è presente perfino insieme alle creature fantastiche nelle opere di Martin, mancherebbe quell’ingrediente fondamentale per definirlo fantastico. Oppure no?

Ora, rileggendo questi punti, mi vien da dire di essere felice di non aver scritto nulla in quegli anni, perché sicuramente sarebbero emersi alcuni di questi punti senza volerlo fare con intenzione. A questo punto chiedo a voi, se doveste scrivere una storia con ambientazione medioevale, quale misura prendereste, il realismo di Martin e Turtledove, o gli elementi contenuti in questi punti?

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1) Chiamatelo come volete, trovateci l’etichetta giusta. Ci siamo capiti.
2) Okay, non è stato solo De Troyes a inventar l’amor cortese…


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