Ieri i principali quotidiani italiani prendendo a riferimento la pubblicazione dell’Annuario statistico italiano di Istat hanno dato notizia dell’aumento delle nozze civili rispetto a quelli religiose. La Repubblica ha titolato “Istat, matrimonio: al Nord rito civile supera quello religioso” scrivendo che «Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa (60,2%) ma nelle regioni del Nord quello civile nel 2011 ha operato il sorpasso e prevale con il 51,7% rispetto al 48,3% di quello celebrato in chiesa». Il quotidiano del gruppo editoriale L’Espresso ha intervistato anche la sociologa Chiara Saraceno secondo cui «il matrimonio non è più un sacramento». Anche il Corriere della Sera ha dedicato spazio alla notizia titolando “Al Nord più nozze civili che religiose” e scrivendo che «Secondo l’annuario dell’Istat, in Italia ci si sposa sempre meno e si preferisce sempre più il rito civile a quello religioso». Ha concluso Il Fatto Quotidiano riportando che «Secondo l’annuario dell’Istat, in Italia ci si sposa sempre meno e si preferisce sempre più il rito civile a quello religioso».
Il declino dei matrimoni religiosi è certamente una notizia importante ma i nostri quotidiani italiani non sono stati molto pronti nel riportare il dato. Istat aveva già pubblicato questi dati addirittura il 28 novembre nel suo report per il 2011 sul matrimonio in Italia. In questo stesso blog avevamo dato ampio spazio alla notizia il giorno stesso della pubblicazione del report Istat con l’articolo “Istat: in Italia meno matrimoni, meno nozze in Chiesa, meno nascite, più coppie di fatto”, articolo pubblicato il 30 novembre anche sul quotidiano online Cronache Laiche.
Istat nell’Annuario statistico italiano raccoglie e sintetizza i risultati delle principali ricerche svolte e pubblicate nell’anno appena passato. Ovviamente per ogni ricerca svolta da Istat ci sono i singoli report e comunicati stampa reperibili facilmente online sul sito dell’istituto di statistiche. Se i giornalisti italiani fossero stati attenti alle ricerche pubblicate durante l’anno da Istat non avrebbero pubblicato la notizia del declino dei matrimoni religiosi con tre settimane di ritardo. Il Corriere della Sera, La Repubblica ed Il Fatto Quotidiano sono “quotidiani” proprio perché dovrebbero pubblicare le informazioni del giorno: una notizia vecchia di tre settimane come i dati Istat sui matrimoni civili e quelli religiosi forse non dovrebbe essere più di interesse di una fonte d’informazione che vuole essere, per l’appunto, quotidiana.
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