In questi ultimi anni aveva la mente gremita di racconti, come un alveare è pieno di api: ronzavano proprio lì sulla soglia, aspettando di venire distesi sulla carta; e appena ne aveva lasciato entrare uno movendo la mano, ecco apparirne un altro, che fino allora era rimasto appartato nell'ombra, in attesa della sua occasione.
Scriveva i racconti di getto, in poche ore, quasi in preda ad una allucinazione.
Quando le era possibile cercava, come Kafka, di comporli senza interrompersi mai, dalla prima all'ultima parola: nove, dodici, quindici ore di seguito, venticinque pagine in una giornata; velocemente, sempre più velocemente, perchè l'ispirazione non le sfuggisse e la morte non la afferrasse prima di portare il racconto alla posta.
(Pietro Citati, Vita breve di Katherine Mansfield, Bur)