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I racconti della vostra Istanbul

Creato il 25 dicembre 2011 da Treasures
Oggi è finalmente Natale! Auguri! Niente neve o temperature glaciali quest'anno: solo tanto sole, cieli azzurri che più azzurri non si può, e come sempre, grandi desideri e speranze per il futuro... In questo clima così mite e un poco fiabesco, ho deciso di dar voce e spazio ai miei amatissimi lettori, anche a quelli del blog che curo per zingarate.com, il famigerato Mille e una Istanbul! In risposta a un piccolo contest che ho lanciato un mesetto fa - in cui chiedevo ai lettori di parlarmi un po' della loro istanbul - ho ricevuto molti racconti su questa città incredibile, e come promesso, ho deciso di pubblicare qui il mio preferito!
Beh, a dire il vero miei racconti preferiti tra quelli che ho avuto il piacere di leggere, sono due: ho deciso di pubblicarli entrambi, sono bellissimi e in qualche modo complementari. Ecco a voi le Istanbul di Benedetta Romani e Adri Duarte. Buona lettura!

Benedetta Romani: Istanbul inseguendo i tulipani


I racconti della vostra Istanbul
"Ho avuto l’inconsapevole possibilità di arrivare a Istanbul durante il Festival dei Tulipani in aprile e ho trovato una città intrappolata nel passaggio tra l’inverno e la primavera, battuta da un vento pungente che si insidiava sotto il mio cappottino, ma già contagiata da un’esplosione di colori che preannunciava l’arrivo della nuova stagione.
La prima cosa bella che ricordo di Istanbul non è la Moschea Blu, il Palazzo Topkapi, il Grand Bazaar o la tozza Torre di Galata, tutti luoghi incantevoli che devono essere visitati; se penso a questa città, la prima immagine che affiora è quella di un piccolo gatto tigrato che rincorre una farfalla saltellando tra tulipani dai mille colori nella spianata tra Aya Sofia e la Moschea Blu che prende il nome di Parco di Sultanahmet. I tulipani mi hanno condotto fino nel sottosuolo per scoprire la Cisterna Basilica, dalla storia intrigante e misteriosa, per poi farmi risalire alla luce del sole per una passeggiata in Gülhane Park, con il naso perennemente in su ad osservare le cicogne nidificare sugli alberi.
Di notte i colori si trasformano in luci: quelle del Ponte di Galata, brulicante di persone intente a pescare chissà quali pesci, fritti in olio di dubbia provenienza e avvolti in carta gialla unta, e la costellazione delle Moschee, imponenti con i loro minareti illuminati a giorno che bucano la notte. Ogni sera, rientrando a Sirkeci, mi divertivo a contarle: sono arrivata fino a sette, ma ogni volta i conti non tornavano mai. A questi si aggiungono i riflessi delle vetrine dei negozi e locali di Istiklal Caddesi: la prima volta che sono sbucata giù da Piazza Taksim sono rimasta quasi incantata nel vedere gente a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Poi scavo tra i ricordi e ai colori brillanti dei tulipani e delle luci si mescolano gli odori e i sapori di questa città contesa fra due mondi. Per riposare i piedi stanchi dopo tutto il sali e scendi per le viuzze di Beyazit e di Sultanahmet, sono arrivata fino alla punta di Gülhane Park. Qui ho trovato la terrazza di Set Üstü, per rilassarmi bevendo chay servito come si deve, osservando i traghetti che fanno la spola tra Europa e Asia. Se Set Üstü è troppo lontano, nessun problema: basta fermarsi in Cankurtaran e mettersi comodi sulle poltrone di bambù di Derviş per avere l’ebbrezza di fumare il narghilè (“come lo volete? mela? menta? banana? cappuccino? pollo?”...”pollo???”) in una giornata di tiepido sole, gustandosi anche l’impareggiabile vista sulla Moschea Blu.
Non si beve solo chay, non si fuma solo “sciscia”, ma si mangia anche molto bene. La mia esperienza personale prediletta è stata farsi viziare con delizioso pesce fresco cucinato all’occidentale dai camerieri del Doga Balik, ristorante moderno e informale, nascosto all’ultimo piano di un modesto albergo di Cihangir. Ma nonostante io ami il pesce, è impossibile passeggiare per le strade di Istanbul senza essere provare un’imminente voglia di mangiare kebap, come non si può resistere al profumo penetrante e speziato dell’Iskender kebap nell’affollatissimo Konak. Per concludere, ci starebbe bene uno spuntino, oppure un dessert: niente è meglio dello yogurt bianco denso, servito con un tocco di zucchero a velo dai venditori ambulanti di Kanlica sul traghetto per il Bosforo. Va assaporato con lentezza, cucchiaio per cucchiaio, osservando il paesaggio che si estende lungo due sponde, europea ed asiatica.Ancora una volta, da lontano, vedo i tulipani..."
Del racconto di Benedetta, accorato e spontaneo, mi è piaciuto in particolar modo il fil rouge con i tulipani. Tra tutti i fiori, anch'io associo questa città con un tulipano, per i suoi colori caldi e il suo profumo discreto e pungente. 
~
Adri Duarte: Io ti ho amata da subito, Istanbul


I racconti della vostra Istanbul
"Qui, in questo esatto momento, mi sono innamorata perdutamente di Istanbul. Mi ricordo perfettamente la sensazione che ho provato...ed erano le mie prime ore in città...passione fulminante! Il più grande colpo di fulmine della mia vita!
~
Burada bu şu anda, ben umutsuzca İstanbul aşık duyuyorum. Ben belirgin bir ben vardı hissi hatırlıyorum... ve şehirde ilk saatler vardı... tutku fulminan! hayatımın aşkı en büyük düşüş!"
Quella di Adri, invece, è la breve, ma intensa e sincera, storia di un colpo di fulmine, che la sta portando a imparare il turco (sua la traduzione) per trasferirsi a vivere in città, la stessa che guarda con occhi sognanti nella foto... Un amore vero, insomma!
Grazie di cuore! Mi raccomando, continuate a inviarmi i vostri racconti su Istanbul (e non solo), i più belli saranno pubblicati qui, prossimamente. Un grande bacio e per l'ennesima volta buon Natale...anzi, alla turca: Noeliniz kutlu olsun. 

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