Grande trampoliere smarrito
Racconto di Edgardo Franzosini
Illustrato da Nicolò Pellizzon
Recensione di Chiara Rea
La finzione è un derivato della realtà, una sua distorsione, un’iper o iporealtà, una sua esagerazione o una sua latenza, in ogni caso non è scindibile da essa, non può esistere senza la realtà. Della realtà la finzione a volte segue le regole, ma accade anche il contrario: quante volte sentiamo dire che “la sua vita è come un film” o “gli è successa una cosa che nemmeno in un romanzo…”. Ma qual è il confine oltre il quale la realtà si tramuta in finzione (o semplicemente ne assume le sembianze)? Questa domanda potrebbe essere una delle chiavi di lettura della narrazione di Edgardo Franzosini Grande trampoliere smarrito, il racconto di una vita vera che sembra più finta della finzione.
Il grande trampoliere smarrito del titolo è Arthur Cravan, pseudonimo di Fabian Avenarius Lloyd, poeta e pugile inglese, nipote acquisito di Oscar Wilde, personaggio dalla vita tanto rocambolesca quanto inverosimile che Franzosini racconta con stile elegante e, apparentemente, distaccato. Cravan visse tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, viaggiò per tutta Europa, conobbe artisti e poeti (da Breton a Apollinaire, da Delaunay a Duchamp), fuggì dalla Francia dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale per evitare di essere arruolato, sfidò a un incontro di boxe il campione mondiale Jack Johnson per guadagnare i soldi necessari a espatriare in America. Arrivato a New York, incontrò la poetessa Mina Loy che sposò e con la quale si trasferì in Messico. Nel novembre del 1918, Cravan lasciò il Messico e scomparve. Sulla sua fine abbondano ipotesi e leggende.
Personaggio dai mille volti e dall’identità sempre sfumata, costantemente al limite tra verità e leggenda, Cravan si presta benissimo a rappresentare il labile confine tra realtà e finzione: a leggere le pagine di Franzosini senza conoscere l’esistenza del poeta pugile, si potrebbe pensare che si tratti di una di quelle virtuosistiche biografie di illustri personaggi inesistenti di cui sono stati maestri Borges o Bolaño (espressamente citato in questo racconto); sapendo della reale esistenza di Cravan, però, ci accorgiamo che la prospettiva della biografia qui è speculare rispetto a quella dei due sudamericani: non verosimile biografia di personaggio inesistente, ma inverosimile biografia di personaggio esistente.
Edgardo Franzosini è nato a Rovagnate nel 1952. Scrittore e traduttore ha esordito nel 1989 con Il mangiatore di carta (Sugar:Co). Nel 1995 ha pubblicato Raymond Isidore e la sua cattedrale e nel 1998 Bela Lugosi, usciti entrambi per Adelphi. Le sue opere sono state tradotte in varie lingue.
Nicolò Pellizzon ha collaborato con diverse case editrici (Newton Compton, Purple Press) e riviste (Animals, Shinigami). Il suo sito http://www.fauces.it/content2/
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