Intervista a Simona Dolce
Mentre scriveva il racconto ha pensato anche alle immagini che lo avrebbero potuto meglio rappresentare? Coincidono o si avvicinano a quelle effettivamente create dall’illustratore?
In effetti mentre scrivevo avevo in mente una certa ambientazione del racconto che poi ho un po’ modificato in fase di riscrittura, pur mantenendone alcuni tratti. Una volta consegnato il testo ho cercato di dimenticare i luoghi e volti dei personaggi così come li avevo immaginati io per lasciare alle illustrazioni il giusto spazio per sorprendermi. Le immagini create da Baricelli mi piacciono molto, ma oltre al mio gusto personale trovo che sia riuscito a individuare proprio l’atmosfera del racconto e che in più abbia saputo per così dire, asciugarla dal resto, renderla protagonista.
Nel racconto viene riportato il pensiero di due dei tre personaggi che compongono la famiglia protagonista: quello di Vincenzo e quello della figlia Maria. Quale è stato il pensiero di Caterina, moglie di Vincenzo e madre di Maria, sabato sera prima di addormentarsi?
Caterina vive in una specie di assuefazione alla vita e ai ruoli, ma nonostante questo per me è anche portatrice di un senso sacrale dei rapporti, di un equilibrio arcaico tra i componenti della famiglia, e naturalmente ne è del tutto inconsapevole perché si tratta della sua piena femminilità, del suo istinto, quello è il suo stesso modo di stare al mondo. Credo che abbia pensato con un po’ di amara rassegnazione, con pacificata serenità e persino con un po’ di gratitudine che alla fine le cose si possono ricomporre sempre.
Quale sarà il suo prossimo appuntamento con la scrittura?
Sto scrivendo un racconto al quale tengo molto, e naturalmente il mio secondo romanzo che, nonostante alcuni ostacoli e deviazioni personali, riesce sempre a esserci e dirmi cosa importa davvero.
Intervista a Cristiano Baricelli
Dove e come nascono le sue illustrazioni? È più facile o difficile commentare con le immagini un testo già scritto?
Non ho avuto difficoltà a descrivere con le immagini il testo di Simona Dolce, il testo scorre molto bene, lo trovo molto attuale. Ho voluto restituire con le immagini la malinconia, il grigiore, la solitudine, e la grande forza di una famiglia che cerca di sopravvivere in una città come tante altre.
Ha avuto modo di confrontarsi con lo scrittore?
Con Simona Dolce ci siamo sentiti via email subito dopo l’uscita di WATT, ci siamo complimentati a vicenda.
Quale sarà il suo prossimo appuntamento con l’illustrazione?
Per ora non ho ancora nessun lavoro pronto riguardo all’illustrazione, ma da settembre in poi avrò parecchi progetti in corso.
Qui la recensione di Ottantuno anni dall’America