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I racconti WATT 0,5: le interviste a Ester Armanino e Umberto Mischi

Creato il 25 luglio 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

I racconti WATT 0,5: le interviste a Ester Armanino e Umberto MischiIntervista a Ester Armanino

Mentre scriveva il racconto ha pensato anche alle immagini che lo avrebbero potuto meglio rappresentare? Coincidono o si avvicinano a quelle effettivamente create dall’illustratore?
Le illustrazioni di Umberto Mischi sono molto in sintonia con il racconto. Trovo significativo lo sfondo a tesserine sul quale ha impostato le tavole, sembra ceramica andata in pezzi che rimanda a una realtà piena di incrinature. Di solito anche la mia scrittura parte da immagini frammentate per poi operare una ricomposizione e trovare un senso narrativo. Mi vengono in mente le parole di Cohen, «c’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce», insieme all’ombra del coniglio di Capataz, che Mischi ha proiettato sulla vecchia cascina sorretta dall’albero, i tre veri protagonisti.

 «Crescere vuol dire abbandonare» e «crescere è imparare a vedere» sono due frasi molto citate del suo romanzo d’esordio Storia naturale di una famiglia. Le sembra che in questo racconto la loro contrapposizione in quanto dette rispettivamente da una madre e da una figlia si abolisca per dare vita a una visione che è una sintesi delle due? Imparare a vedere per abbandonare quando è vitale farlo?
Sì, forse è così. L’accetta che chiude il racconto rappresenta una scelta difficile ma vitale: vedere come stanno realmente le cose e abbandonare qualcosa che occupa molto spazio in noi e che ci ostiniamo a tenere insieme con alibi banali. Provocare un cambiamento per fare spazio a ciò che di nuovo potrà arrivare. Questo vale per i sentimenti ma anche per la vita in generale. Certe persone adorano gli stagni e il vicino di casa invecchiato nella propria arroganza è una di queste: nel suo piccolo stagno resiste e continua a bruciare l’ossigeno dell’universo. In Storia naturale di una famiglia questo cambiamento è visto come una muta, il cambio della pelle che fanno molti animali. Un involucro che non ci rappresenta più ma che può ancora nutrirci, se solo abbiamo la determinazione di sfilarlo via.

Quale sarà il suo prossimo appuntamento con la scrittura?
In questi giorni ho finito di scrivere (e illustrare!) un breve racconto che uscirà a settembre ed è la mia rivisitazione di un classico americano per ragazzi. Nel mentre continuo a lavorare al secondo romanzo, sbirciando tra le crepe di una storia dove la luce passa attraverso piccoli spiragli ed è, per questo, importantissima.

Intervista a Umberto Mischi

Non tutte le storie si prestano allo stesso modo a essere illustrate. Quale coefficiente di difficoltà darebbe al racconto sul quale ha lavorato? Che rapporto ha avuto col testo e cosa ha voluto restituirne con le immagini?
Il racconto Capataz di Ester Armanino mi ha colpito da subito. È piuttosto distante dai testi che illustro abitualmente e all’inizio non è mi stato facile trasporlo in immagini. Rileggendolo più volte, ho estrapolato diversi elementi che ho successivamente elaborato e ho pensato sarebbe stato interessante fare un uso importante del nero. Il secondo colore (il blu) funge da sipario: apre e chiude la serie di immagini.

Ha avuto modo di confrontarsi con lo scrittore?
Non mi sono confrontato con Ester Armanino.

Quale sarà il suo prossimo appuntamento con l’illustrazione?
Sto lavorando alle illustrazioni di Mr. Munchausen – Un resoconto delle sue più recenti avventure di John Kendrick Bangs per Biancoenero Edizioni di Roma.

Qui la recensione.


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