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I Radiation Belt Storm Probes (RBSP) cambiano nome in onore di James Van Allen

Creato il 15 novembre 2012 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Fasce di Van Allen

Credit: NASA/T. Benesch, J. Carns

Il campo magnetico terrestre ha da sempre catturato l'attenzione degli scienziati, rimanendo per molti anni qualcosa di misterioso.

Nel XX secolo i fisici hanno capito come misurarlo dalla superficie terrestre e sembrava come se al centro della Terra vi fosse un grande magnete. Tuttavia questi valori erano fluttuanti.

Nel 1930 i pionieri della fisica hanno ipotizzato che le variazioni fossero dovute ai flussi di particelle che rimangono intrappolate nel campo magnetico stesso.

Ma la vera svolta è iniziata quando abbiamo iniziato ad osservare il nostro campo magnetico dallo spazio.
Nel 1958 il primo razzo statunitense Explorer 1, seguito da James Van Allen dell'University of Iowa, ha fornito la prova di una banda di radiazione magnetica intrappolata vicino alla Terra.

Ora sappiamo che il nostro campo magnetico ha una forma complessa nel lato rivolto verso il Sole ed una coda allungata dal lato opposto e varia a seconda dell'influenza della nostra stella.

In un articolo pubblicato sulla rivista Scientific American del 1963, Van Allen dichiarò "le condizioni della magnetosfera sono così diverse e così variabili... che milioni di osservazioni, di decine di satelliti e sonde hanno appena iniziato a tracciare a grandi linee questa estensione delle Terra nello spazio".

Da allora si è iniziato a studiare la nostra magnetosfera e la ricerca va avanti ancora oggi.

Dal 2012 le osservazioni procederanno con l'ultima flotta di satelliti Radiation Belt Storm Probes lanciata il 30 agosto 2012.

Il 9 novembre la NASA ha annunciato che per onorare lo scienziato che ha contribuito a promuovere la ricerca in questo campo, ha deciso di rinominare le sonde in Van Allen Probes.
Il nuovo nome è stato assegnato proprio il giorno della fine della messa in servizio durata due mesi.  Le Van Allen Probes, ora, sono pronte ad iniziare la loro missione primaria e ad entrare nel vivo delle attività scientifiche.

"Siamo entusiasti di onorare James Van Allen in questo modo", dice David Sibeck, scienziato del NASA Goddard Space Flight Center a Greenbeltnel, nel Maryland, per questa missione "questa è una missione importante che svolge i primi lavori sulla magnetosfera"

Assumendo orbite tali che le porteranno ad attraversare completamente le fasce, l'obiettivo principale delle sonde è quello di capire cosa porta le fasce di Van Allen a gonfiarsi e a restringersi in risposta alla radiazione solare.

Gli strumenti sono stati studiati per rispondere principalmente a tre domande:

  1. da dove arriva l'energia supplementare e da dove arrivano le particelle?
  2. dove scompaiono e per quale motivo?
  3. in che modo questi cambiamenti influenzano il resto della magnetosfera?

I dati iniziali, registrati dalle sonde in questi primi due mesi hanno già superato le aspettative tanto da pensare già alle prime pubblicazioni scientifiche.


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