I RAGAZZI BURGESS - Elizabeth Strout

Creato il 06 gennaio 2015 da Lalettricerampante
«Che cosa farò Bob? Non ho più una famiglia».«Sì che ce l’hai», rispose Bob, «Hai una moglie che ti odia. Tre figli che ce l’hanno a morte con te. Un fratello e una sorella che ti fanno impazzire. E un nipote che una volta era una nullità, ma a quanto pare ultimamente lo è un po’ meno. Questo è ciò che si definisce una famiglia».
Voglio partire da qui, da queste poche righe che in realtà all'interno del libro si trovano già verso la fine, per provare a parlarvi di I ragazzi Burgess di Elizabeth Strout. Dico provare, perché ho iniziato questa recensione almeno dieci volte senza riuscire ad arrivare alla fine, senza riuscire a trasmettere davvero tutto quello che il libro mi ha lasciato. Prima di ritentare, quindi, ho ripreso in mano il libro, l’ho sfogliato, rileggendo a caso qualche riga qua e là e alla fine sono approdata lì, a quello scambio di battute tra Bob e il fratello Jim e ho capito che tutta la storia, tutto ciò che succede nel libro, ruota intorno a quello. Alla famiglia. Che è quella che si ha e non quella che ci si sceglie, che può farci del male e dalla quale spesso si ha voglia di fuggire, ma che, alla fine, fa parte di noi.
Certo, Elizabeth Strout sceglie una famiglia effettivamente un po’ particolare, per parlarci di questi legami. I ragazzi Burgess sono Bob, la gemella Susan e Jim, cresciuti nel Maine e rimasti orfani di padre quando i gemelli avevano solo quattro anni e il maggiore nove, a causa di un grave incidente che ha segnato, in un modo o nell'altro, la vita di tutti e tre. Jim e Bob sono fuggiti a New York. Il primo è diventato un avvocato di successo, di quelli che difendono e riescono a scagionare i colpevoli, che fanno processi spettacolari creandosi una certa popolarità. È sposato con Helen e ha tre figli, belli e intelligenti come lui. Il fratello Bob invece lavora come avvocato per difendere chi non se lo può permettere, è divorziato ma ancora in ottimi rapporti con l’ex moglie Pam e vive da solo. È quello che tutti definirebbero un buono, un po’ goffo e un po’ ingenuo. La sua gemella, Susan, è rimasta invece nel Maine, e vive con il figlio Zach da quando il marito li ha abbandonati ed è tornato in Svezia. I tre fratelli si parlano poco, a causa delle scelte di vita diverse, ma anche e soprattutto di quell'episodio del passato a cui tutti pensano sempre ma di cui nessuno parla. Finché Zach non combina un mezzo disastro e i fratelli accorrono dalla sorella per cercare di risolvere le cose, chi per senso del dovere, chi, semplicemente, per non perdere la reputazione.
I ragazzi di Burgess, come vi dicevo, parla soprattutto di famiglia. Di ricordi sbiaditi, di colpe più o meno espiate, di rancori del passato che condizionano necessariamente anche il presente, di aspettative troppo alte e paure. Lo fa con la vita di questi tre fratelli, i loro legami tra loro stessi ma anche con il loro rapportarsi con il mondo circostante.Bob è sicuramente il mio personaggio preferito (insieme alla vecchina che abita in affitto a casa di Susan), perché è un buono, perché sebbene negli anni non si sia mai ribellato al fratello che lo ha sempre messo in ombra e maltrattato, a un certo punto prende consapevolezza di sé, e tutto cambia. 
Non so dirvi di preciso cosa mi piaccia della scrittura di Elizabeth Strout. Forse il suo non giudicare mai. Forse la sua bravura nel raccontare le famiglie e le loro contraddizioni, le loro debolezze (bravura che avevo già notato nel magnifico Olive Kitteridge). Non lo so, onestamente. Però I ragazzi Burgess mi è piaciuto davvero tanto e ora devo assolutamente leggere tutti gli altri romanzi di questa grandissima scrittrice.
Titolo: I ragazzi BurgessAutore: Elizabeth stroutTraduttore: S. CastoldiPagine:447Editore: FaziAnno: 2013Acquista su Amazon:formato brossura: I ragazzi Burgessformato ebook: I ragazzi Burgess

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