I voti espressi sono stati 28.518, così ripartiti:
- Gabanelli Milena Jole: 5.796
- Strada Luigi detto Gino: 4.938
- Rodotà Stefano: 4.677(seguono gli altri)
Stiamo su Stefano Rodotà, il candidato sul quale si è attestata la scelta, ferma e compatta all'unanimità dei parlamentari M5S. Dunque, vediamo come funziona la faccenda della rappresentanza diretta della volontà democratica in modalità assembleare digitale.Abbiamo 163 parlamentari che in Aula si sono fatti portavoce della volontà popolare di 4677 votanti.Divido 4677 per 163 e ottengo (datemi il tempo di cliccare tasto start, menu start, calcolatrice, ecco fatto, com'è facile questa democrazia diretta digitale, non si capisce come mai tanti contrattempi e ritardi per votare e avere i risultati; nel dubbio vi leggete gli istruttivi post tecnici linkati a fine post), ottengo...28.69Arrotondiamo a 30 vah, che oggi mi va di esser magnanimo.Mumble, mumble.
Il Movimento Cinque Stelle alle elezioni di febbraio ha collezionato 8.784.499 voti totali, che divisi per il numero di parlamentari attribuisce a ognuno di essi una rappresentanza di 53.892,63. Arrotondo anche qua e facciamo 54.000.Mumble, mumble.
Se ho ben capito: un Parlamentare M5S, che siede nel Parlamento della Repubblica forte dell'investitura ricevuta da parte di 54mila cittadini, durante l'elezione del Capo dello Stato, invece di scegliere esercitando in piena autonomia il mandato conferitogli, si limita, compattamente ai colleghi, ad avvilirsi al ruolo di rappresentante di 30 persone, con tanto di delega vincolante. Più o meno ha la stessa dignità rappresentativa che spetta a un rappresentante di 30 condòmini, quando si deve votare a quale ditta appaltare la disinfestazione del tubo della pattumiera. In fondo, Grillo a questo punta: ridurre il Parlamento a una assemblea di condominio.Inutile aggiungere altro sul menzognero entusiasmo che Beppe Grillo attribuisce alla sua trovata di mettere dei cittadini in Parlamento a farsi portavoce di una tavolata in pizzeria.
Mumble, mumble. Ah già!Beppe Grillo non perde occasione per rivendicare il principio che i parlamentari del M5S sono i portavoce "in tempo reale" della volontà espressa dagli elettori, alla quale obbediscono.Riprendo la calcolatrice. Visto che, seppur malconcia, stiamo ancora in una Repubblica a suffragio universale, in attesa di trovarci nel Regno di Fantàsia di Grillo, per me gli elettori del Movimento Cinque Stelle sono gli 8.784.499 cittadini che l'hanno votato nelle urne. Metto ora in relazione la volontà degli elettori del mondo reale al dato della volontà degli elettori di Fantàsia, ovvero quei 28518 individui che hanno votato alle Quirinarie.Dal rapporto, ricavo la percentuale: 0,3%A Grillo, in questo modo, va ancora di lusso. Perché se mi attenessi alla precisa volontà dell'elettorato riportata durante le votazioni in Aula, ovvero mi limitassi ai 4677 voti a favore di Rodotà, ottengo: 0,05%Ecco cosa si riducono a essere i parlamentari "di Grillo", tutti 163 assieme: i portavoce al 100% di uno 0,05% della volontà di tutti i votanti che, fino a prova contraria, hanno tutti contribuito a farli eleggere dentro le urne il 24 e 25 febbraio. Una simile percentuale di falsa rappresentanza di democrazia digitale inesistente rende invidiabile anche la peggiore oligarchia feudale del medioevo.Il blogger Beppe Grillo continui pure a cercare di ingannare la gente, affermando che i parlamentari cinquestelle sono i portavoce della volontà del loro elettorato. Basta che sia chiaro, a chiunque ha voglia di intenderlo, che il modo in cui questa volontà viene esercitata ed imposta è degno di una monarchia elitaria e digitale e non certo di una repubblica democratica e reale, prima ancora che civile.
E tutto questo senza bisogno di scomodare i seri dubbi sulla possibilità che questa volontà digitale possa venire manipolata e falsata. (valgono sempre i link a fine post)
Ci sarà da sbellicarsi il giorno in cui i parlamentari del M5S si faranno portavoce della volontà di una cinquantina di persone cadauno su decisioni quali l'"uscire dall'euro" piuttosto che "dichiarare guerra al Canada".
Il dato più significativo è comunque quel 28518 su 48292: 59% degli aventi diritto. Significa che la partecipazione alla democrazia diretta digitale con sforzo di polpastrello, ha raccolto, pur nel nucleo dei più entusiasti aderenti all'idea, un'adesione di poco superiore a quella dei votanti in Friuli (50,5%), nel momento di maggiore apatia partecipativa al metodo di votazione tradizionale, con faticosa pratica fisica di doversi recare fino alle urne.
Ma sicuramente, nei sogni di Grillo e Casaleggio, giorno verrà che saremo tutti decresciuti, felici, ben pasciuti e tutti muniti di iphone o mac per votare wireless comodamente seduti sotto un alberello. Quel giorno, operai e braccianti vari interromperanno più volte al giorno le loro fatiche al grido sussurrato "Scusa un attimo, mi assento dalla pressa, che devo votare sull'iphone per decidere se la Lombardi debba o meno andare a denunciare il furto del portafogli".
Vi lascio ai discorsi tecnici e seri, con questi link in merito ai meccanismi di gestione informatica delle Quirinarie del M5S e alla tanto osannata quanto mai dimostrata democrazia della Rete.Gli attacchi hacker di Grillo.Non lo sopporto. Non ci riesco.La canzone dell'informatica italiana.La democrazia privatizzata di Grillo.
K.
(nel prossimo post, mi dedicherò invece a uno dei partiti responsabili dell'averci ridotti ad attaccarci alla canna del gas delle geniali menti di Casaleggio e Grillo, in particolare a Le indignate, giovani speranze del PD)
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