Con l’avanzare dell’età il rischio di alcune malattie, come il morbo di Alzheimer e le malattie cardiovascolari, aumenta in modo significativo.
Ma cosa succederebbe se gli scienziati riuscissero a fermare o a rallentare il processo di invecchiamento?
Fino al secolo scorso la domanda circolava soltanto tra gli scrittori e gli sceneggiatori di fantascienza. Ma ad oggi la scienza ha fatto passi da gigante anche nel settore della longevità e, nei prossimi decenni, potrebbe raggiungere obbiettivi davvero strabilianti.
È recente la notizia di due studi scientifici che hanno mostrato risultati promettenti nella lotta secolare contro la vecchiaia. Il primo di questi studi ha esaminato la struttura genetica dell’invecchiamento, l’altro la cancellazione dell’età a livello cellulare.
Sembrerebbe che sia la genetica ad imporre l’invecchiamento e le malattie conseguentiGli scienziati della University of Georgia (Stati Uniti) hanno identificato un ormone coinvolto nel processo di invecchiamento, direttamente sotto il controllo genetico. In altre parole, sembrerebbe che sia la genetica ad imporre l’invecchiamento e le malattie conseguenti.
Già nel 2014, era stato scoperto che il ripristino dell’ormone GDF11 può invertire l’invecchiamento cardiovascolare nei topi, portando ad un ringiovanimento dei muscoli e del cervello. La nuova scoperta indica che i livelli di GDF11 sono determinati dalla genetica, con un meccanismo attraverso cui l’invecchiamento è codificato nel genoma.
Una prima conseguenza della scoperta è che sarà possibile cercare i geni responsabili dei livelli di GDF11 e delle sue variazioni con l’avanzare dell’età.
Sempre negli Stati Uniti, i ricercatori del Mayo Clinic College of Medicine in Minnesota hanno scoperto che quando le cellule invecchiate vengono rimosse dai topi, essi vivono più a lungo e in condizioni di salute migliori.
Rimuovendo le cellule senescenti nei topi di mezza età è stato riscontrato un miglioramento nelle funzioni renali e cardiache, oltre ad una maggiore vitalità. Le cellule senescenti sono cellule disfunzionali che hanno smesso di dividersi e la cui presenza è stata collegata a malattie legate all’età. Esse si accumulano nei tessuti con l’avanzare dell’età.
Naturalmente, la cosa promettente è che rimuovendo le cellule senescenti si può ritardare l’invecchiamento e aumentare la durata della vita in buona salute.
La messa a punto di un farmaco in grado di eliminare in modo efficiente e rapido abbastanza cellule senescenti, potrebbe avere un impatto significativo sulla salute durante la vecchiaia e sulla durata della vita.
I nuovi studi sulla longevità spalancheranno le porte di una nuova vita per tutti gli ottuagenari?
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