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I "relitti" di giuseppe bartolini

Da Myfunnybonnie

Mi sembra già di sentire i commenti di alcuni lettori : “
Ohhh nooo, ancora un pittore di auto!!!”…”Ma insomma, si deve decidere!!!!!…il Blog parla di moto, di auto o di arte????” …….”…..forse è meglio una bella fotografia!!! E poi a me interessano i dati tecnici…quanti cavalli sviluppa il motore….quella pinza del freno sulla ruota anteriore…chi la produce???”
Ehh no! Pe me non è così! Certamente amo le moto, le auto….e tante altre cose…...ma altrettanto certamente amo l’impronta che questi oggetti “inanimati” lasciano nella nostra mente, nella nostra cultura. Amo il meccanismo psicologico che fa si che “queste cose”, questi pezzi di ferro” acquisiscano improvvisamente una vita propria restituendoci il piacere della bellezza della creatività umana, il ricordo di un periodo della nostra vita, risveglino sentimenti sopiti. Sono tutti questi gli elementi che deve avere colto
Pino Cincotta, un amico sensibile e cortese, quando questa mattina ha postato sulla mia pagina Facebook un quadro di Giuseppe Bartolini, colpendo immediatamente il mio immaginario ed io, a mia volta, lo restituisco a voi unitamente a tanti altri, nella speranza che possano esercitare su voi lo stesso effetto che hanno avuto su di me.

Aggiungerei solo 3 cose che mi sembrano significative. La prima è che finalmente non si tratta di lavori di pittori iperrealisti americani ( o più in generale anglosassoni) bensì delle opere di un pittore tutto nazionale. La seconda è che pur trattandosi di iperrealismo non ci vengono proposte, come d’abitudine, linee e brillantezze anodine di carrozzerie perfette bensì il paziente lavoro di corrosione della ruggine e l’ arboreo abbraccio del mondo vegetale a questi “relitti” automobilistici testimoni di miti e desideri di un tempo che fu. Terza ed ultima notazione è che , finalmente, non vengono ritratte carrozzerie di esuberanti macchine americane, eleganti vetture inglesi, potenti bolidi italiani ma semplicemente le carrozzerie delle macchine della nostra infanzia e dei nostri ricordi.



Giuseppe Bartolini nel suo studio

“Giuseppe Bartolini é nato a Viareggio nel 1938, risiede e lavora a Pisa. Inizia a dipingere nel '58 mentre frequenta il Liceo Artistico di Carrara. Nel '59 partecipa al Premio Larderello e prende contatti a Milano con gli artisti del Realismo Esistenziale. Nel '67 tiene un importante personale alla galleria del Milione a Mlano. Alla fine degli anni Settanta aderisce, al gruppo "La Metacosa" sodalizio artistico nato fra alcuni pittori toscani e lombardi (Giuseppe Biagi, Gianfranco Ferroni, Bernardino Luino, Sandro Luporini, Lino Mannocci, Giorgio Tonelli), attivi tra Milano, Pisa, Viareggio e Londra, teorizzata da Roberto Tassi. L'artista nella sua pittura interpreta la realtà naturale (il paesaggio) e la realtà metropolitana (le periferie), unendo ad una straordinaria sapienza tecnica una grande sensibilità poetica, esprimendo valori di metafisica sospensione dell'ambiente e di forte introspezione lirica. Ciò che caratterizza in maniera rilevante l'opera di Bartolini è l'assoluta precisione formale della sua pittura, l'analisi lenticolare della realtà, l'immagine fissata nella sua esattezza visiva, ottenuta avvalendosi delle sue capacità tecniche e di un iper-realismo maniacale.”
da Equilibriarte.net










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