Letto di ancore
sono situati in prossimità dell’isola di Panarea e si trovano ad una profondità che va dai 90 ai 140 metri. Si tratta di relitti pertinenti l’epoca ellenistico romana. Erano imbarcazioni dedite al commercio tra la Sicilia e la penisola italiana attraverso le isole Eolie, importante tappa lungo le principali rotte marittime del mediterraneo centrale. Trovandosi a quote profonde, proibitive per la subacquea tradizionale, sono state effettuate immersioni con un sommergibile dell’olandese U-Boat Worx in bassoche ha consentito l’investigazione dei relitti con particolare dettaglio. “Per la prima volta – dichiara Tusa –indagati questi relitti che si trovano ad oltre cento metri di profondità, attraverso l’ausilio di mezzi tecnologicamente avanzati e particolarmente indicati per le indagini dirette con un archeologo a bordo”. Dei relitti rimane visibile lo spettacolare carico di centinaia di anfore, rimaste sul fondo per oltre duemila anni. Durante le indagini sono state scattate più di 500 fotografie ad alta risoluzione per ogni relitto che hanno permesso la realizzazione di un fotomosaico 2D e una fotogrammetria in 3D. E’ stata inoltre realizzata una dettagliata documentazione video del carico e di tutte le operazioni di immersione. Grazie alla presenza dellaAtlantEcocon un ROVI ROV del progetto Arrows
di ultima generazione, è stato possibile effettuare la verifica visiva di alcuni siti di interesse già noti ma non ancora indagati. La sinergia tra i componenti di questa missione internazionale ha confermato la necessità di tali operazioni che uniscono per obiettivi comuni diverse professionalità al fine di raggiungere risultati scientifici di grande valore.Le attività si sono svolte a bordo della nave olandese “ALK” che al suo interno ha ospitato i laboratori tecnico scientifici e la stazione base del sommergibile Explorer 3 (in basso). Le operazioni sono state rese possibili grazie alla collaborazione del comandante Paolo Margadonna dell’Ufficio Circondariale Marittimo della Guardia Costiera di Lipari.Venerdì 20 e Sabato 21 Novembre 2015 all’ex stabilimento Florio di Favignana
inaugurato un nuovo allestimento sulla battaglia delle Egadi “Difficilmente la breve storia della ricerca archeologica subacquea -dice Sebastiano Tusa,soprintendente del mare per la Sicilia - ha registrato un risultato talmente rilevante sia sotto il profilo scientifico che nel suo impatto mediatico e nell’immaginario dell’opinione pubblica: la scoperta del luogo esatto ove si combatté la battaglia delle Egadi il 10 marzo del 241 a.C. Il segreto del successo della scoperta sta nella capacità di collaborazione tra storici, archeologi e tecnologi a livello internazionale. E' doveroso che questa storia ritrovata sia a disposizione di tutti. E quello che vogliamo fare offrendo al viaggiatore che viene in Sicilia per scoprirne storia e bellezze la possibilità di godere dei reperti ritrovati e fare un tuffo virtuale in una pagina di storia importante per il Mediterraneo”.