Magazine Attualità
Chiunque si voglia destreggiare nel campo della criminologia non può prescindere da certe letture. La prima è quella dei racconti di Edgar Allan Poe che vedono per protagonista Auguste Dupin.
Ho già detto che proprio a Poe si ispira questo blog, per la precisione al bellissimo, avvincente, inarrivabile Il Mistero di Maria Roget.
Ma per imparare a ragionare da buoni detective bisogna anche confrontarsi con I delitti della Rue Morgue
e La lettera rubata.
Non finirò mai di lodare l'acume, l'intelligenza, la sagacia di Poe.Tuttavia, vi sono anche saggi ai quali bisogna attingere per capire le mille sottigliezze di una indagine. Consiglio a tutti Si può credere a un testimone? di Giuliana Mazzoni, Ed: Il Mulino.
E proprio tenendo a mente la lezione della illustre professoressa - insegna psicologia alla Seton Hall University di New Jersey (ma è italianissima) - che scrivo questo post.Il signor Ranelli è colui il quale ha il chiosco a Pianoro di Colle San Marco. Di tutti i testimoni oculari di quel 18 aprile, questo è quello più importante poiché potrebbe essere l'unico a ricordarsi di Melania. Così ha dichiarato in un primo momento. Non ha detto proprio: "Ho visto la signora Rea" perché il Ranelli non aveva mai sentito parlare di Melania prima di quel fatidico pomeriggio. Comunque, nella sua prima dichiarazione aveva detto di aver veduto Parolisi e che con lui una donna c'era. La descrizione corrispondeva, almeno negli abiti, proprio a Melania. Poi però, è intervenuto un ripensamento, per cui sembrerebbe che abbia visto un'altra donna, una certa Diana, figlia del proprietario del Cacciatore (curioso che una che si chiami come la dea della caccia sia poi figlia di uno che ha un ristorante che si chiama il Cacciatore...). Riporto l'intervista andata in onda a Chi l'ha visto il 18 maggio 2011. Secondo la conduttrice del programma, la pur brava Federica Sciarelli, in questo servizio Ranelli ammetterebbe che si è sbagliato: quel pomeriggio non ha veduto Melania bensì Diana insieme a Salvatore. La donna sarebbe andato a dare una mano a Parolisi, cioè avrebbe guardato la piccola Vittoria mentre lui cercava Melania.Riporto l'intervista:
Giornalista: “Insomma, poteva essere Diana la donna che lei ha visto? Diana la figlia del proprietario del bar il Cacciatore.”Ranelli: “Lì c’era una donna… Diana ci ha le somiglianze di quella donna lì…le sembianze potevano essere, anche se Diana è leggermente più bassa... però poi non so se lei o chi per lei ha detto che pressoché in quell’orario stava lì e che era vestita sommariamente in abiti che somigliava a quella donna lì”G: “Aveva anche i capelli legati quindi lei poteva non riconoscerla anche per questo.”R: “ Sicuramente… sì può darsi pure che io abbia scambiato questa signora… lì c’era una donna , questo è certo. Però a questa distanza qui io non riesco a riconoscerla. Li ho visti da quella posizione là, dove stanno i tavoli adesso. Più non vidi…”
Dunque abbiamo un testimone oculare che ha visto una certa scena e un giornalista che non era presente quel pomeriggio, che non ha visto un bel niente, indicare al testimone quello che avrebbe dovuto vedere esattamente. Ranelli però non ammette mai con sicurezza di aver visto Diana e non Melania, che chiama sempre quella donna lì. Ora, si presuppone che questa Diana somigli a Melania, che fosse vestita più o meno allo stesso modo di Melania e che fosse presente più o meno nel medesimo orario in cui avrebbe dovuto esserci Melania. L’incipit del giornalista è già sbagliato perché suggerisce al testimone un qualcosa che il testimone non aveva mai supposto. Giornalista: “Insomma, poteva essere Diana la donna che lei ha visto? Diana la figlia del proprietario del bar il Cacciatore.”La risposta del Ranelli è però contraddittoria. Lui conosce Diana per cui non è affatto convinto che il suggerimento del giornalista sia quello giusto. Ammette che Diana avrebbe delle somiglianze con Melania tuttavia sarebbe leggermente più bassa. L’altezza però era la caratteristica più evidente di Melania, particolare che doveva aver colpito il Ranelli se adesso lo sottolinea. Anzi, è proprio per questo che non è affatto certo che si trattasse di Diana. In più aggiunge che non lui ma altri gli hanno detto che le due donne erano vestite più o meno uguale per cui poteva essersi confuso. Ora ammettiamo pure che le due donne fossero vestite in modo completamente identico, per quale motivo il Ranelli avrebbe dovuto confondere Diana che conosceva con Melania che non conosceva? Voglio dire, in base a cosa, anche se le due donne erano vestite uguali, avrebbe dovuto essere Diana e non Melania? Dove sta l’errore? L’errore sta nel fatto che non è stato il Ranelli a ipotizzare per primo che la donna vista potesse essere Diana. A lui non gli è mai venuto in mente una cosa del genere. Se non gli è mai venuto in mente vuol dire che dubbi non ne aveva finché qualcuno non glieli ha ficcati nel cervello.Il giornalista incalza.G: “Aveva anche i capelli legati quindi lei poteva non riconoscerla anche per questo.”Non si capisce bene cosa intenda: Diana, che solitamente porta i capelli sciolti, quel pomeriggio li aveva legati per cui lui non l’ha riconosciuta per questo? Ma forse il Ranelli ha detto che la donna da lui vista aveva i capelli raccolti? Ha descritto questa caratteristica? Se non lo ha fatto perché lo fa il giornalista per lui? Anzi, se non ha indicato questo particolare forse nella donna da lui vista questo particolare non c’era. Anzi, sicuramente non c'era poiché se ci fosse stato e l'avesse detto fin dal primo momento, dubbi sull'identità di Diana non ce ne sarebbero stati poiché Melania quel pomeriggio non teneva i capelli legati.Ranelli, però, nella sua genuinità, non volendo, continua ad asserire di non aver visto Diana ma un’altra donna. Infatti dice: “Sicuramente… sì può darsi pure che io abbia scambiato questa signora…”Ovvero, non dice, forse ho scambiato Diana per questa signora, ma afferma l’esatto contrario, forse ho scambiato questa signora per Diana. Insomma, mette la signora in primo piano e non Diana. Su una cosa non ha dubbi, lì c’era una donna. Poi aggiunge:“Però a questa distanza qui io non riesco a riconoscerla...”A dire il vero, forse a distanza riconosci una persona nota ma non hai idea di chi sia una persona ignota. Tra l’altro non è una distanza chilometrica. Se putacaso avesse avuto dei dubbi sul momento si sarebbe sicuramente chiesto che ci faceva Diana con quell’uomo e quella bambina. Siccome una domanda del genere non se l’è mai posta significa che questo dubbio non ce l’aveva.Cosa ci dice la professoressa Mazzoni a riguardo? Ci dice che si tratta di un post-event misinformation effect, che più sinteticamente lei indica come "informazione fuorviante". Cosa vuol dire? Vuol dire che qualcuno ha dato a Ranelli un'informazione a evento avvenuto che lui non aveva al momento dell'evento. Mi spiego meglio: i capelli legati, per esempio, è un'informazione che Ranelli riceve dal giornalista nella domanda. Quindi, la riceve dopo l'evento. Questo particolare non era nel ricordo dell'uomo ma d'ora in avanti magari inizierà a ricordare la donna vista quel pomeriggio con i capelli raccolti. Magicamente non ha più veduto Melania bensì Diana. Ragioniamo con logica: non sappiamo se effettivamente le due donne avessero tanta somiglianza da ingannare il Ranelli, ma poniamo che l'avessero, come avrebbe potuto confondersi?Poniamo che noi siamo a una certa distanza e poniamo che vi siano due persone somiglianti, Alcibiade e Socrate. Ora, Socrate lo conosciamo, ma Alcibiade non l'abbiamo mai veduto in vita nostra. Se guardando questa persone esclamiamo: "Ma quello non è Socrate?" ci troviamo in due possibili posizioni mentali: abbiamo effettivamente visto Socrate oppure abbiamo scambiato Alcibiate per Socrate. Ma in ogni caso l'idea di Socrate ce l'abbiamo.Se invece non diciamo un bel niente, ci troviamo nell'unica posizione mentale di stare osservando una persona che non abbiamo mai veduto in vita nostra (Alcibiade) e che non ci ricorda minimamente il nostro conoscente Socrate. Ma di Alcibiade comunque notiamo e annotiamo un particolare: che è alto. Particolare del tutto estraneo a Socrate che alto non è. La conclusione qual è: dobbiamo credere a un giornalista che ha dei dubbi su quello che un testimone ha veduto, o dobbiamo credere al testimone che ha dei dubbi su quello che il giornalista crede che egli abbia veduto?Il ricordo di Ranelli, è stato pilotato, guidato, inquinato dalle insinuazioni che ha udito su Parolisi. Tuttavia, è un testimone poco incline a cedere alle lusinghe, perché ammettere di aver veduto Diana e non un'altra donna... questo no, con certezza non lo ammette.C'è poi da rilevare un fatto: l'abbigliamento di Parolisi, pantaloncini e maglietta a maniche corte, per molti è indice della sua colpevolezza poiché in questo modo richiama l'attenzione su di sé in modo che qualche testimone si ricordi di lui. Come effettivamente fa il Ranelli. Parolisi dice che non faceva poi tutto questo caldo, e in ogni caso lui aveva intenzione di fare una corsa. Aggiungo che il mio vicino di casa è un carabiniere palestrato il quale nel suo giardino sta in pantaloncini e maglietta anche se magari io ho un freddo cane. Voglio dire che persone allenate sentono il freddo meno degli altri. Ma torniamo al ragionamento. Poniamo che io decida di sopprimere mia moglie, poi cosa faccio, per crearmi un alibi richiamo l'attenzione su di me vestendomi in modo eccentrico? Benissimo: sarei un vero idiota poiché richiamerei l'attenzione su di me senza mia moglie in un'orario in cui l'ho già ammazzata da un buon quarto d'ora! Sarebbe molto più saggio e più furbo per me vestirmi in modo anonimo proprio perché così mi confondo con gli altri e nessuno si ricorda di avermi visto a quell'ora senza mia moglie!Riguardo al movente dell'uccisione di Melania, se escludiamo Parolisi che un movente poteva averlo (chiunque ammazza il coniuge pensa di avere una buona ragione per farlo) qualunque altra persona sia stata ha un movente che non possiamo capire al momento. Poiché tale movente non lo possiamo cercare nella vita di Melania ma nel modo in cui questa persona si è posta con lei. Ma fino a che non verrà individuata la persona, il movente ci sfuggirà.
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