Partono da questo presupposto le mire dell'emittente satellitare guidata da Andrea Zappia sulla società che nei nove mesi del 2013 ha registrato ricavi per 168,7 milioni (-2,6%), un ebitda di 43 milioni (+17,9%) e una perdita di 3,4 milioni (contro un rosso di 5,2 milioni dell'anno precedente).
Al momento si tratta di un primo approccio, tanto che non ci sono advisor impegnati sul dossier, almeno ufficialmente. Ma nelle merchant bank milanesi l'argomento tiene banco, tanto che si mormora che il corteggiamento sia iniziato qualche mese fa. Contattata da MF-Milano Finanza, Sky Italia si è limitata a non commentare l'indiscrezione. Anche in ragione degli accordi in corso con Fastweb e Telecom. Ma a Piazza Affari c'è chi sostiene che "l'operazione abbia una forte valenza industriale" e che "lo scenario di una aggregazione con Tiscali sia verosimile".
L'interesse della pay tv si inserisce nel solco della tradizione industriale del business televisivo della galassia Murdoch. Non è un mistero che Zappia voglia replicare in Italia il modello vincente rappresentato dall'inglese BSkyB, leader di mercato con oltre 10 milioni di abbonati che si è rafforzata negli anni scorsi proprio nel business telefonico. Tra l'altro non va dimenticato che a lungo nel 2008 BSkyB era in trattativa per rilevare Tiscali Uk, con un'offerta da 350 milioni di sterline. Ma all'epoca Soru optò per la vendita a The Carphone Warehouse.
Andrea Montanariper "MF-Milano Finanza"