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I riti della Settimana Santa a Iglesias

Creato il 14 aprile 2014 da Compagnia
I riti della Settimana Santa a Iglesias

Ovunque in Sardegna i riti della Settimana Santa sono vissuti con forte misticismo, anche se le celebrazioni più suggestive e spettacolari sono sicuramente quelle di Iglesias che risalgono alla fine del Seicento e rievocano suggestive atmosfere legate alla cultura e alla tradizione spagnola. Attraverso un potente rito collettivo denso di religiosità, misticismo e tradizione che vi incuriosirà per gli evidenti riferimenti iberici e vi affascinerà per la spiritualità devota della popolazione.

Le manifestazioni, che durano un’intera settimana, hanno inizio il Martedì con la processione dei Misteri: sette simulacri, simbolo della Passione del Cristo, vengono trasportati in processione per le vie cittadine. Una portantina addobbata di fiori e fronde di ulivo incede per le strade iglesienti, che ricordano l’orto del Getsemani. Al seguito procedono le statue raffiguranti Gesù imprigionato, Cristo flagellato, coronato di spine, in cammino verso il Calvario, crocefisso, e infine il simulacro della Madonna Addolorata.

Subito dopo il tramonto, il Giovedì, Iglesias si riempie di Baballottis, giovani fedeli i quali accompagnano il simulacro della Madonna Addolorata nelle sette chiese dove è allestito il Sepolcro, al suono dei tamburi e delle matraccas (strumento musicale tradizionale costituito da una tavola di legno su cui sono fissati dei chiodi e incernierati degli anelli in ferro con funzione di batacchi), dove viene poi celebrata la rievocazione dell’Ultima cena, con la tradizionale lavanda dei piedi agli apostoli e l’esposizione dei vasi di “su nenniri” con i germogli di grano fatti crescere al buio.

Il Venerdì sera si svolge la solenne processione che rievoca il funerale di Gesù Cristo, caratterizzata da una gran quantità di attori e simboli religiosi tra i quali una scultura del Cristo morto a grandezza naturale, risalente al XVII secolo, donne che indossano tuniche nere e i Germani della Confraternita del Santo Monte, organizzatori dell’evento, che indossano una lunga tunica bianca e voluminosi cappucci.

Nel giorno di sabato, la Chiesa di San Michele resta aperta fino a tardi per consentire ai fedeli l’adorazione del Cristo morto.

Pasqua è la più importante festa dell’anno della città e di tutta la Provincia. La domenica mattina le campane suonano a festa e l’immagine del Cristo Risorto fa il suo trionfale ingresso nella cattedrale. In città si svolgono due processioni, una che accompagna Cristo risorto, l’altra che segue la Madonna: la tradizione vuole che, dopo aver percorso itinerari diversi, avvenga Su Incontru, il commovente momento dell’incontro tra i due cortei che proseguano insieme verso la cattedrale dove il Vescovo attende per la benedizione solenne. In questa circostanza, i fedeli offrono ai Confratelli – infilandoli nelle stanghe delle portantine delle statue – il “coccoi de Pasca”, un pane tipico della tradizione gastronomica locale.

La sera del martedì dopo Pasqua, dopo la Messa Capitolare in cattedrale, avviene la processione di “S’Inserru”, processione unica che separa nuovamente i simulacri di Gesù Risorto e della Madonna, accompagnati rispettivamente nella chiesa di San Francesco e nella chiesa di San Giuseppe. La Messa del Voto, istituita nel 1735, pone fine ai suggestivi riti della Settimana Santa di Iglesias.


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