È ancora pesantissimo il clima a Pescara a ormai una settimana di distanza dall’omicidio dell’ultra Domenico Rigante, assassinato da Massimo Ciarelli, della comunità rom cittadina. Ieri a Montesilvano, il comune che confina con Pescara, una ventina di persone hanno fatto un blitz all’interno della sala del Bingo alla caccia di eventuali rom. Le proteste anti-rom sono guidate dall’ala più estrema degli ultras Pescara e da militanti di Forza Nuova, sia di Pescara sia di Montesilvano. Ieri c’è stato un corteo di mille persone circa che lanciavano slogan contro la comunità rom, chiedevano che tutti i rom abbandonassero Pesscara. E questo nonostante il fatto che Ciarelli sia in carcere. Alla guida della manifestazione, oltre ai capi ultras, c’era anche il candidato sindaco di Forza Nuova di Montesilvano. Gli slogan, razzisti, sono sempre gli stessi: l’intera comunità rom è identificata con l’assassino. Intanto tanti rom sono lettaralmente scappati dal quartiere Rancitelli, dove vivono. Il Questore di Pescara ha detto: «I rom sono spariti. vVa ricordato che i rom pescaresi sono cittadini italiani che vivono qui da 40 anni. Sono perfettamente integrati. Una parte di questa comunità delinque, ma un’altra parte lavora».
Qualsiasi discorso è servito e serve a poco. A Pescara sono apparse le scritte “zingari al rogo”. Una comunità intera è in fuga, il resto della città osserva e sta zitto. E anche il resto d’Italia.