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Per consigliare un libro bisogna leggerlo, farlo proprio e poi trasmettere al potenziale lettore l’incanto della narrazione. La lettura di Méto. La casa, il libro di Yves Grevet, uscito per i tipi di Sonda, mi è stata suggerita da Serena. Mi fido delle sue indicazioni di lettura e ho letto velocemente, desiderosa di capire dove stavano andando i ragazzi della grande casa isolata dal mondo. Mi sono lasciata rapire da un’atmosfera tesa, da l’idea di un non luogo dove sessantaquattro ragazzi vivono una vita scandita da regole rigide.
Nella casa sono bandite le domande, la memoria di un tempo altro dal presente, i ricordi.
Una scrittura orewelliana quella di Grevet: un romanzo di fantascienza che dichiara l’assenza di libertà, il controllo di un potere invisibile, la cupezza di una vita a tempo.
L’ambiente riporta le immagini di un carcere di massima sicurezza, di un laboratorio segreto per esperimenti sull’uomo. Yves Grevet è un maestro scrittore, lavora nella periferia di Parigi: i suoi scritti parlano di libertà, di crescita, di legami famigliari, amicali, sociali.
Méto. La casa, vincitore di numerosi premi, è il primo romanzo di una serie che racconta le vicende di un ragazzo che ha bisogno di capire cosa c’è oltre la casa, di verificare la forza dell’amicizia, di vivere l’avventura della vita. Ora la lettura è finita e con lei la “prima puntata” della storia. Rimaniamo in attesa di leggere il seguito.
Silvana Sola